Il 25 aprile si festeggia San Marco Evangelista, un figura fondamentale nelle testimonianze scritte sulla vita di Gesù Cristo, forse figlio dell’uomo che prestò la sua casa al Messia in occasione dell’Ultima Cena del redentore assieme ai suoi apostoli. Anche per Marco la morte fu martirio doloroso: non abbiamo dati certi a riguardo, ma Eusebio di Cesarea, vescovo e scrittore della Grecia antica, ci racconta del martirio del corpo trascinato da cavalli per le strade della città sino alla morte giunta in seguito alle ferite riportate da questo martirio tremendo.
San Marco è patrono di pittori su vetro, notai, scrivani, ottici e vetrai e protettore di molte città come Venezia (celebre è la stupenda Basilica di San Marco nella piazza omonima direttamente affacciata sul Canal Grande), San Marco in Lamis, Gardone Val Trompia, Caerano di San Marco, San Marco Argentano e tante altre e in questi luoghi il 25 aprile si celebra, unendo la ricorrenza alla giornata dedicata alla Liberazione d’Italia dal nazi fascismo, il culto di Marco evangelista con letture del suo Vangelo, Messe Solenni, nella cittadina campana del Comune di San Marco Evangelista, la piazza si popola di eventi sociali, giochi, mercatini, così come avviene in altre cittadine di tutto il Paese, da nord a sud.
San Marco Evangelista, la sua vita
San Marco Evangelista nacque in Palestina (non è certo sapere se proprio in Gerusalemme) attorno all’anno 20 d.C., quindi nel momento della Crocifissione di Cristo aveva all’incirca tredici anni, ma seguì sin da subito l’apostolo Paolo, divenendo suo discepolo, e in seguito Pietro, quindi visse a stretto contatto con coloro che furono al fianco del Messia negli ultimi anni della vita di Gesù, quelli della rivelazione della Parola di Dio e delle dottrine e dei dogmi relativi ai misteri più Sacri e valori universali, ma non scontati, come accettazione del prossimo, perdono, carità, misericordia, salvezza dell’anima. La vita di Marco quindi è intrisa di testimonianze dirette che lui raccolse in documenti in seguito riuniti nella creazione di un Vangelo (dal greco ‘Buona Novella’, i quattro scritti scelti dalla Chiesa come rappresentazione ufficiale del Nuovo Testamento, cioè della vita di Gesù Cristo). Nella Chiesa copta è considerato sia santo sia Patriarca in quanto Vescovo di Alessandria, città nella quale Marco si spense all’età di circa cinquant’anni, un santo ovviamente venerato nelle Chiese cattoliche e ortodosse.
Testimonianza della probabile proprietà della casa nella quale avvenne l’ultima cena ci proviene dagli Atti degli Apostoli che raccontano del figlio di Maria, la padrona dell’abitazione nella quale Gesù si rivelò come spirito anche nelle giornate successive la sua Resurrezione. In una predica Pietro saluta il suo popolo citando il figlio (ovviamente adottato nello spirito del Maestro) dalla dimora in ‘Babilonia’ e non è assurdo pensare che la Babilonia di Pietro fosse Roma, città nella quale l’apostolo si recò per predicare la parola di Cristo portando con sè il suo giovane discepolo, quindi Roma in quanto Babele di riti pagani e usanze barbare all’epoca. Le prediche di Marco assieme ai suoi maestri rivelano la sua presenza a Cipro, in Egitto e proprio in Alessandria l’evangelista potrebbe avere fondato la prima chiesa nella città dell’Egitto mediterraneo divenendone Vescovo sino alla morte.
Gli altri Beati di oggi
Nella stessa giornata assieme a San Marco ricordiamo anche: Sant’Aniano di Alessandria, vescovo; Santa Franca da Vitalta, badessa; Santa Hunna, vedova in Alsazia; San Clarenzio di Vienne, vescovo.