San Marco Evangelista si celebra il 25 aprile. Si tratta di un Santo tra i più amati, conosciuti e rispettati del mondo cristiano, uno dei discepoli diretti di San Paolo e poi di Pietro, cioè quel San Marco evangelista cui viene attribuito uno dei quattro libri sacri del Nuovo Testamento. Il culto di San Marco è diffusissimo in tutte le Chiese cristiane, orientali d’Egitto, per i patriarcati di Venezia, Grado, Alessandria e Aquileia, dove il leone alato ha conosciuto un enorme diffusione, in termini iconografici, sia nella pittura che nelle opere scultoree di tutti i territori raggiungi nei lunghi secoli di dominazione della Serenissima. San Marco è patrono dei notai, degli scrivani, dei vetrai, degli ottici e dei pittori su vetro. Oltre a Venezia, Marco è patrono di una cinquantina di città italiane, tra cui Pordenone, Rovereto, Latina, Taleggio, Pramaggiore, Palmanova.
Molto diffuse sono le feste e sagre del Santo (anche in abbinamento ai festeggiamenti di San Pietro) in tutto il Veneto, anche se le date tendono – dal secondo dopoguerra in avanti – a sovrapporsi un po’ alle celebrazioni della Liberazione da nazifascismo. La Festa infatti ricorre proprio il 25 aprile, giorno in cui la tradizione vuole che San Marco abbia subito il martirio ad Alessandria. A Venezia viene organizzata una processione in Piazza San Marco, evento a lato del quale viene offerto un bocciolo di rosa rossa (il cosiddetto bòcolo) a mogli e fidanzate, quale segno d’amore imperituro. Vista la coincidenza con la celebrazione nazionale, il Comune ha tuttavia spostato la festività ufficiale del patrono al 21 novembre, data in cui la ricorrenza della Madonna della Salute ricorda la guarigione dalla peste del 1630.
San Marco Evangelista, la sua vita
San Marco Evangelista è nato nel 20 circa in Palestina e morto ad Alessandria d’Egitto verso la seconda metà del I secolo d.C., Marco potrebbe essere il figlio della vedova presso la cui casa si svolse l’Ultima Cena, ma non si sa se abbia conosciuto direttamente Gesù. Quasi certamente Marco fu a Roma al fianco di Pietro (che probabilmente ivi lo battezzò), presenza di cui si ritiene sia rimasta traccia con l’edificazione della basilica romana di San Marco, eretta proprio sul luogo dove l’evangelista abitò nel suo soggiorno a Roma. Dopo il passaggio a Roma, Marco seguì Paolo ad Antiochia, per poi tornare a Roma dove rimase anche dopo la morte di Pietro. La tradizione non è sicura che il Vangelo attribuito a San Marco sia veramente suo, anche se l’analisi di molti elementi porterebbe a credere al lavoro di un estensore che raccolse parole dirette dello stesso San Pietro. In ogni caso una tradizione vuole che Marco, prima di andare in Egitto (ove morì ucciso dopo il 50 d.C. e il suo corpo fu trascinato in martirio in giro per la città), si sia occupato dell’evangelizzazione del nord-est italiano (ci sono tracce ad Aquileia del suo possibile passaggio e a Cividale del Friuli sembra sia conservato un ‘Vangelo’ attribuito proprio alla mano dello stesso San Marco.
Leggenda vuole che, molti secoli dopo la morte, due veneziani abbiano trafugato le reliquie del Santo da Alessandria per portarle a Venezia, dove fu eretta immediatamente dopo una prima Basilica di San Marco (che subì alcuni rimaneggiamenti e fu ricostruita nel 1083 nella forma attuale dal doge Domenico Contarini e consacrata il 25 aprile del 1094. Un’altra leggenda, molto suggestiva, data proprio nel giorno della consacrazione il ritrovamento delle reliquie del Santo, andate perdute nei decenni, per miracolosa rottura del marmo di rivestimento di un pilastro (dove i preziosi resti erano stati nascosti per evitare che venissero trafugati) e che in quel momento si diffondesse per aria una fragranza dolcissima.
Tutti gli altri Beati di oggi
Nella stessa data del 25 aprile sono poi ricordati la Santa Franca da Piacenza, i santi martiri Pasicrate e Valenzio, il vescovo Santo Stefano di Antiochia, la Madonna delle Vigne e il Beato Giovanni Piamarta. Diffuso è anche il culto di santi come Sant’Aniano (vescovo di Alessandria d’Egitto), di Bonifacio di Valperga, di Sant’Erminio da Lobbes e di San Clarenzio di Vienne.