Ogni anno, il 14 agosto, la Chiesa celebra San Massimiliano Maria Kolbe, la cui storia è indissilubilmente legata alla triste epoca dell’olocausto e del campo di concentramento di Auschwitz. Massimiliano Maria Kolbe, all’anagrafe di nome Rajmund, nacque a Zduńska Wola, Polonia, l’8 gennaio 1894.
Fu presbitero e francescano e si guadagnò la santità per essersi offerto di prendere il posto di un padre di famiglia, dentro ad un bunker della fame, nel campo di concentramento di Auschwitz in Polonia, in cui perse la vita, ucciso dai nazisti, il 14 agosto 1941. Nel 1971 Papa Paolo VI lo beatificò, definendolo anche “Martire dell’amore”. Nel 1982, fu Papa Giovanni Paolo II (anch’egli polacco) a farlo Santo.
La vita di San Massimiliano Kolbe: un cristianesimo “militante”
San Massimiliano Maria Kolbe crebbe in una famiglia di umili origini in Polonia, cosa che probabilmente lo predispose ad un’attenzione particolare ai più bisognosi e fragili, ma la sua vita è stata strettamente legata all’Italia, dove venne ordinato sacerdote nel 1918, per la precsione nella Basilica di Sant’Andrea della Valle a Roma. Proprio mentre stava in Italia, Padre Kolbe maturò sempre di più la sua fede declinandola specialmente in una particolare venerazione della Vergine Maria, che diventerà poi la spinta essenziale di un po’ tutto il suo percorso pastorale.
Consapevole di vivere in un’epoca di radicali sconvolgimenti ideologici e valoriali, insieme ad alcuni confratelli, padre Kolbe fondò la cosiddetta “Milizia dell’Immacolata”, che aveva l’obiettivo di diffondere nel mondo la devozione e la fede, anche attraverso i mezzi offerti dalle tecnologie del tempo, quali la stampa: il suo Cavaliere dell’Immacolata fu un periodico che raggiunse, in dieci anni, la tiratura di milioni di copie. Successivamente sfruttò anche la radio, in un modo propriamente, anche se pacificamente, “militante”.
Come abbiamo già anticipato, Padre Massimiliano Maria Kolbe fra i tanti gesti di santità che hanno caratterizzato la sua vita, è ricordato soprattutto per lo stupendo gesto di carità che ha portato avanti durante la seconda guerra mondiale nell’inferno di Auschwitz. Per molti Padre Kolbe è l’uomo che di fronte ad uno degli orrori più grandi che la storia dell’umanità abbia conosciuto, ha voluto far trionfare l’amore per il prossimo. Papa Giovanni Paolo II nel momento della santificazione di Padre Massimiliano Maria Kolbe ha voluto porre l’accento sul fatto che il Santo sia riuscito a riportare una vittoria sul male attraverso la fede in Dio e la carità nei confronti del prossimo.
Gli altri Santi del giorno
Il 14 agosto, oltre a San Massimiliano Maria Kolbe, vengono celebrati: Sant’ Eusebio di Roma, Sant’ Arnolfo di Soissons, San Marcello di Apamea Vescovo e martire, San Fachtna (o Fachanano), Beata Elisabetta Renzi Vergine e Fondatrice.