Il 14 agosto di ogni anno, la Chiesa festeggia solennemente San Massimiliano Maria Kolbe. Sacerdote e francescano polacco, il suo nome è legato al sacrificio che lo vide sostituirsi a un padre di famiglia nel “bunker della fame”. Per questo motivo Paolo VI, nel beatificarlo nel 1971, lo chiamò “martire dell’amore”. Fu proclamato Santo da Giovanni Paolo II nel 1982.



San Massimiliano Maria Kolbe: un “militante” della Vergine Maria dal grande coraggio

Massimiliano nacque nel gennaio del 1894 nella città della Polonia di Zduńska Wola, a due passi dall’area industriale di Lodz, da genitori che erano semplici operai del settore tessile. La sua vita, fatta di lavoro, sacrifici e povertà, plasmò l’animo del giovane Massimiliano, il quale già nel 1907 decise di entrare nel convento di Leopoli per sposare la Regola di San Francesco.



Studiò teologia e si laureò in Italia, a Roma dove fondò nel 1917 la Milizia dell’Immacolata, essendo assai devoto alla Vergine Maria, vista da lui come la figura perfetta per smuovere quelle coscienze intorpidite.
Tornato nel sua Polonia, Massimiliano creò delle istituzioni di stampo francescano, le Città dell’Immacolata: la prima nacque a Varsavia, dove i frati vivevano in preghiera e povertà, operando la loro evangelizzazione attraverso la rivista Cavaliere dell’Immacolata, che ebbe un grandissimo successo, arrivando a sfiorare il milione di copie vendute nel 1938.

La vita di Kolbe ebbe una svolta definitiva con l’avvento della Seconda Guerra Mondiale, con le SS che non vedevano di buon occhio la mancata collaborazione ai loro piani di morte dell’uomo, il quale piuttosto si prodigava nell’aiutare ilmaggior numero di ebrei possibile nello sfuggire ai nazisti.
Dopo essere stato arrestato e rilasciato nel 1939, Kolbe fu definitivamente imprigionato e deportato dal carcere di Pawiak al campo di sterminio di Auschwitz.



La regola di questi luoghi di morte quando un deportato fuggiva era terribile, prevedendo l’uccisione di 10 persone appartenenti allo stesso blocco del fuggitivo.
Quando una situazione simile si verificò nel caseggiato di Kolbe, il comandante nazista scelse chi doveva morire e quando la sorte toccò anche su un generale di nome Francesco Gajowniczek, marito e padre disperato, Massimiliano si fece avanti, chiedendo all’SS di prendere il suo posto.
La guardia accettò e rinchiuse tutti in una cella buia, condannandoli a morire di fame e di sete.

Quando le guardie aprirono la celle dopo 2 settimane, trovarono tutti morti tranne Massimiliano e 3 compagni: non esitarono a uccidere il sant’uomo con un iniezione letale di acido fenico, reo anche di aver trasformato la cella in un cenacolo votato alla preghiera.
Morì il 14 agosto, giorno di festa dell’Assunta da lui tanto amata e chiamata “mamma dolce”, con gli occhi aperti, quasi in estasi.

I festeggiamenti e i patronati di San Massimiliano Maria Kolbe

San Massimiliano Maria Kolbe è celebrato il 14 agosto in diverse città italiane di cui è Patrono, tra cui Lecce, con adorazioni e celebrazioni eucaristiche, ma soprattutto con la benedizione di una reliquia del santo in un’atmosfera di festa e giubilo, e nella frazione di Ravenna di Lido Adriano, dove mancano i riti eucaristici e uno straordinario spettacolo pirotecnico per celebrare la giornata di festa.

Il Santo è anche Patrono della sua stessa città natale, Zduńska Wola in Polonia, dove le feste si svolgono soprattutto il 10 ottobre, ossia il giorno in cui venne canonizzato a Roma dal pontefice Giovanni Paolo II.
Tra le cose da vedere assolutamente a Zduńska Wola ci sono la casa natale del santo, divenuta oggi museo, la Basilica dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, dove il San Massimiliano Maria Kolbe fu battezzato, custode di un bellissimo altare marmoreo del XVII secolo e poi il cimitero ebraico, con le lapidi quasi accavallate tra loro, la più antica delle quali risale al 1832.

Glia altri Santi del giorno

Oltre a San Massimiliano Maria Kolbe, tra i Santi e i Beati celebrati il 14 agosto, ci sono anche: Sant’Arnolfo di Soissons, la Beata Elisabetta Renzi, Sant’ Eusebio di Roma, San Riovenno, Sant’Ursicino e il Beato Guglielmo da Parma.