San Massimiliano Maria Kolbe si celebra come ogni anno il 14 agosto. Lo ricordiamo per il suo impegno pastorale, la sua devozione alla comunicazione moderna attraverso il giornale che fondò, la costruzione di un convento non lontano da Varsavia chiamato Niepokalanów, il cui significato è ‘Città dell’Immacolata’. Polacco come Giovanni Paolo II, fedele mariano come l’amato papa che ha segnato il XX secolo, S. Massimiliano Maria Kolbe fu canonizzato proprio da Giovanni Paolo II il 10 ottobre 1982 in Piazza San Pietro, dopo che già in precedenza, durante una Santissima Messa di ricordo tenuta dal Papa in Auschwitz-Birkenau nel 7 giugno 1979, di nuovo ribadì il suo affetto per il futuro santo come testimone di un secolo in ambientamento, come fulcro di una nuova cristianità nella Fede di Maria e nella parola di San Francesco d’Assisi.
L’insegnamento di S. Massimiliano Maria Kolbe è quello di non temere il torto perché sarà l’amore di Maria a raddrizzarlo nel Paradiso. Il Santo è patrono dei radioamatori e proprio in Italia ancora oggi esiste una rete televisiva chiamata Radio Tele Kolbe. Nel giorno del 14 agosto diversi centri ricordano il santo come la Parrocchia S. Massimiliano Maria Kolbe nella Diocesi di Catanzaro, così come molte Chiese, per celebrare la memoria del santo, durante la Colletta recitano la preghiera che inizia con queste parole: ‘O Dio, che hai dato alla Chiesa e al mondo san Massimiliano Maria Kolbe, sacerdote e martire, ardente di amore per la Vergine Immacolata …’.
San Massimiliano Maria Kolbe, la vita
San Massimiliano Maria Kolbe nacque l’8 gennaio del 1894, sin da giovane scelse l’ordine dei Frati Francescani come via spirituale del suo cammino, durante il Primo Conflitto Mondiale si ammalò di tubercolosi, ma la sua forza morale e spirituale lo aiutò a superare un momento difficile nel quale la salute era minacciata dalla malattia. In seguito fondò il giornale ‘Cavaliere dell’Immacolata’ e nel 1941 fu deportato dalle truppe naziste ad Auschwitz, umiliato dai poliziotti delle SS nel suo abito talare obbligandolo a lavori umili come il trasporto dei corpi giustiziati nel crematorio. Ma fu in quei momenti che la forza di San Massimiliano Maria (Rajmund) Kolbe uscì ancora più potente della violenza attorno a lui: durante il cammino nel quale accompagnava i deportati alla morte, in quei momenti il Padre francescano trovava la giusta serenità per dare conforto all’anima di chi stava per perdere la vita terrena, promettendo loro una vita celeste nel perdono di Dio.
In quel dolore San Massimiliano Maria (Rajmund) Kolbe fu una luce per tante persone, la sua forza non venne mai meno. Il 14 agosto del 1941 è il giorno della sua condanna: offrendosi come prigioniero di scambio per salvare la vita ad un compagno di cella, come tanti giustiziato arbitrariamente dalla follia nazista, San Massimiliano Maria (Rajmund) Kolbe scelse la morte per risparmiare quella di un padre di famiglia, un atto di coraggio e amore che segna in molte testimonianze l’orrore della Guerra. Prima di morire, davanti alle truppe naziste, recitò l’Ave Maria, Papa Giovanni Paolo II lo definì, testuali parole, ‘Testimone del nostro difficile secolo’, inquadrando S. Massimiliano Maria Kolbe come portavoce di una religiosità nuova di fronte ad un mondo che cambiava, che in ogni angolo del Pianeta iniziava a parlare di pace, di fratellanza anche inter-religiosa, di amore tra popoli oltre il credo, un messaggio che con la sua morte divenne forte e fonte di ricostruzione post-bellica.
Tutti gli altri Beati di oggi
Nello stesso giorno ricordiamo anche: Beato Sante Brancorsini da Urbino, Francescano; Santi Domenico Ibanez de Erquicia e Francesco Shoyemon, Martiri domenicani; San Marcello di Apamea, Vescovo e martire; Sant’ Arnolfo di Soissons, Vescovo; Beato Vincenzo Rubiols Castellò, Sacerdote e martire.