Il 7 febbraio di ogni anno, nel calendario cristiano romano, viene ricordato San Massimo di Nola che è stato vescovo nel corso del III secolo dopo Cristo. Quello fu un periodo particolarmente duro per i cristiani presenti sul territorio italiano, in ragione delle spietate e sanguinose persecuzioni volute dall’imperatore romano Decio. Fu protagonista di un miracolo attribuito a San Felice che lo salvò dalla fame e dalla sete.
San Massimo di Nola, salvato da San Felice col miracolo dell’uva
Purtroppo ci sono pochissime evidenze storiche circa la vita terrena di San Massimo di Nola. Con ogni probabilità è nato nel corso del III secolo a Nola dove è morto il 7 febbraio di un anno imprecisato. Alcune informazioni ci arrivano oggi dagli scritti di San Paolino, intitolati Carmina e che rappresentano una delle prime più importanti opere cristiane del tempo. Qui si fa riferimento alle feste natalizie, in cui c’era San Felice di Nola che era un collaboratore di San Massimo. Inoltre, ci sono dei racconti che riportano quanto avvenne durante le terribili persecuzioni.
In quel periodo sembra che San Massimo fosse già vescovo di Nola e inoltre vecchio e malato. Nonostante queste sue condizioni, decise di scendere in prima linea per contrastare i soldati romani e proteggere i propri fedeli. Quando poi le persecuzioni si fecero ancora più aspre, decise di lasciare la diocesi affidandola al suo collaboratore San Felice, andando a rifugiarsi in un luogo deserto.
Secondo i racconti agiografici, San Felice venne catturato e torturato perché volevano imporgli un sacrificio agli dei pagani, ma lui si oppose tenacemente. Una notte gli apparve un angelo che gli permise di liberarsi e di raggiungere San Massimo che nel frattempo stava morendo di fame e di sete: fu proprio San Felice ad aiutare il suo predecessore, raccogliendo da una vite un grappolo di uva che miracolosamente uscì fuori nonostante non fosse periodo. Grazie al succo di quel grappolo di uva San Massimo venne rianimato. Lo stesso San Felice poi prese l’uomo e lo riportò in città sulle sue spalle affidandolo alle cure di una devota cristiana. Questo gli permise di spegnersi nella grazia del Signore qualche tempo più tardi e probabilmente nella data del 7 febbraio.
Nola è una città della provincia di Napoli che conta circa 34.000 abitanti. È un luogo ricco di storia e di cultura nel quale si possono apprezzare molteplici strutture di grande riguardo come il Duomo che è stato completamente ricostruito nel 1900 dopo un terribile incendio. Al suo interno c’è la cripta di San Felice. Ci sono tante altre bellezze architettoniche da visitare come la chiesa di San Biagio, il convento di Sant’Angelo in palco e alcune architetture civili come la Reggia Orsini e il seminario vescovile di Nola. Non mancano, come in tanti altri contesti della provincia di Napoli, importanti siti archeologici come l’Anfiteatro laterizio e il Villaggio preistorico di Nola.
Gli altri Santi del giorno
Oltre a San Massimo di Nola, il 7 febbraio si ricordano: San Partenio, San Mosè, Santa Giuliana, San Lorenzo, San Riccardo, San Luca, il Beato Rizzerio da Muccia, il Beato Antonio da Stroncone, il Beato Tommaso Sherwood, Sant’Egidio Maria di San Giuseppe, la Beata Anna Maria Adorni, il Beato Anselmo Polanco e il Beato Pietro Verhun.