Il 6 dicembre la Chiesa cattolica, quella ortodossa e altre confessioni cristiane venerano San Nicola di Bari, vissuto nel III secolo. La carità è l’insegnamento più grande che ci ha lasciato. È Patrono dei bambini, dei ragazzi e delle ragazze, degli alunni, dei marinai, dei mercanti, dei naviganti, dei pescatori e dei farmacisti.
San Nicola di Bari: la carità, i miracoli, le persecuzioni e l’episcopato
Nato a Patara nella Licia (Turchia), intorno al 250, da una famiglia agiata che lo educò al cristianesimo, fin da bambino dimostrò grande interesse per la vita religiosa. Rimasto orfano in giovane età, entrò in un monastero di Myra (oggi Demre) dove venne ordinato sacerdote. Usò l’intera eredità paterna per assistere i più bisognosi, gli ammalati e i poveri, praticando la carità spirituale e materiale.
A tal proposito, la Chiesa ricorda alcuni episodi come il salvataggio delle tre giovani fanciulle dal rischio della prostituzione e il ritorno alla vita di tre studenti di teologia in viaggio verso Atene. La prima testimonianza fa riferimento a tre ragazze. In età da marito, non avendo la disponibilità economica per la dote, erano destinate a perdere la loro innocenza ma il giovane Nicola intervenne raccogliendo del denaro a sufficienza in un panno, lanciandolo di notte attraverso la finestra della loro casa e fuggendo per non farsi riconoscere.
Ripetè la stessa cosa per le altre sorelle, ma la terza volta venne scoperto e riconosciuto dal padre. Nella sua umiltà, Nicola fece promettere all’uomo di non far parola con nessuno del gesto.
Il secondo episodio di carità verso il prossimo accadde mentre San Nicola era in viaggio ad Atene. Fermatosi a riposare in una locanda, durante la notte sognò che in quel luogo era stato commesso un delitto dall’oste. Sconvolto, Nicola si raccolse in preghiera ed ottenne da Dio il miracolo di riportare in vita i tre giovani derubati e assassinati, nonché la conversione di chi commise l’omicidio. Inoltre, si narra che, durante un viaggio in Terra Santa, la nave su cui si trovava il sacerdote venne colpita da una forte tempesta. Con la preghiera, Nicola calmò le acque, permettendo all’imbarcazione di approdare (ecco perché è il patrono anche dei naviganti).
Al suo ritorno San Nicola venne eletto vescovo di Myra, carica retta per molti anni sapientemente. Tuttavia, sotto l’impero di Diocleziano, Nicola venne perseguitato, esiliato e imprigionato. Restituitagli la libertà, grazie all’Editto di Costantino nel 313, tornò tra il suo popolo continuando a svolgere opere caritatevoli. Nel 342, San Nicola morì con il sorriso sulle labbra. Le sue reliquie rimasero fino al 1087 nella Cattedrale di Myra, anno in cui vennero trasferite a Bari, oggi centro di grande culto del santo. Nei Paesi germanici San Nicola è noto come Santa Claus, ossia Babbo Natale.
L’affetto di Bari per San Nicola
Patrono della città di Bari, San Nicola viene festeggiato con un ricco programma di eventi che ha inizio con l’esposizione della statua del santo davanti alla Basilica, la celebrazione eucaristica a cui segue la processione, la fiaccolata e la suggestiva musica dei zampognari che, insieme alle illuminazioni, animano le vie della città.
Gli altri Santi del giorno
Il 6 dicembre, oltre a San Nicola di Bari la Chiesa ricorda anche Sant’Obizio da Niardo, i Santi Dionisia e compagni martiri, Sant’Asella di Roma vergine, San Pietro Pascual martire, San Giuseppe Khang martire, Beata Angelica da Milazzo terziaria e Beata Luisa Maria Frias Canizares vergine e martire.