San Massimiliano Maria Kolbe si ricorda come ogni anno il 14 agosto. Viene celebrato in numerose chiese a lui dedicate site ad Amelia, Bergamo, Cagliari, Catania, Catanzaro, Grugliasco (TO), Giugliano in Campania, Jesi, Lecce, Roma, Taranto, Varese e Lido Adriano. Le celebrazioni e la festa lui dedicata viene sempre tenuta il giorno della sua morte, il 14 agosto di ogni anno. Non risultano feste patronali dedicate al Santo. In tutto l’arco della sua vita San Massimiliano fu conosciuto per la sua fede nel prossimo e nella capacità di cambiamento, cercando di trovare sempre uno spiraglio di speranza affermando “la prossima volta tutto andrà meglio”.
Il 14 agosto vengono celebrati anche i Santi e Beati, quali Sante Brancorsini da Urbino Francescano, Beata Elisabetta Renzi Vergine e Fondatrice, Sant’Arnolfo di Soissons Vescovo, Sant’Eusebio di Roma Prete, San Marcello di Apamea Vescovo e martire, San Fachtna (o Fachanano) Vescovo, Beati Martiri d’Otranto, Sant’Ursicino Martire, Beato Vincenzo Rubiols Castellò martire, Santi Domenico Ibanez de Erquicia e Francesco Shoyemon Martiri domenicani, Beato Felice Yuste Cava Sacerdote e martire. San Giovanni Paolo II lo canonizzò nel 1982: alla cerimonia prese parte, Francesco Gajowniczek, l’uomo per il quale sacrificò la sua vita.
San Massimiliano Maria Kolbe, la vita del Beato
San Massimiliano Maria Kolbe nacque l’8 gennaio 1894 presso Lodz in Polonia, battezzato Raimondo, figlio di Julius Kolbe di origine tedesca, lavorava come tessitore e di Maria Dąbrowska, polacca e tessitrice. Sin dall’adolescenza frequentò le scuole medie francescane a Leopoli. A seguito di una visione della Vergine, decise di intraprendere il noviziato presso l’Ordine dei frati minori, con il nome di Massimiliano emettendo nel 1911 la professione semplice. Fu inviato a Cracovia e successivamente a Roma dove continuò a studiare con grande impegno e profitto la matematica presso la Pontificia Università Gregoriana. Intraprese anche gli studi di filosofia e teologia arrivando cosi a conseguire due lauree. Nel 1914 confermò i voti perpetui e il 28 aprile 1918 venne ordinato sacerdote nella basilica di Sant’Andrea della Valle a Roma. Fu ordinato sacerdote presso la basilica di Sant’Andrea delle Fratte e dopo aver conseguito il dottorato in teologia presso la Facoltà Teologica di san Bonaventura, tornò a Cracovia.
Dal carattere gentile e socievole, viene ricordato sopratutto per la sua capacità nel relazionarsi con tutti e per le sue abilità lavorative. Nel periodo in Italia, approfondi i suoi studi verso Maria e la sua Concezione fondando la “Milizia dell’Immacolata”, con il fine di porre in contatto i Frati Minori Conventuali devoti a Maria, cercando di ampliare il messaggio di devozione con qualsiasi mezzo sia radio che via posta. Dopo aver curato la tubercolosi, nel 1922 uscì la sua rivista della Milizia dell’Immacolata, il Cavaliere dell’Immacolata con una tiratura di 5000 copie che arriveranno ad 1 milione nel 1938. Successivamente nel 1927 fondò un convento denominato Niepokalanów, “Proprietà dell’Immacolata” con tipografia e seminario missionario. All’interno vi vivevano un migliaio di persone e vi trovarono rifugio molti profughi e rifugiati ebrei durante la seconda guerra mondiale.
La missione in Giappone
San Massimiliano Maria Kolbe recò in Giappone a Shanghai e Nagasaki dove ai piedi del monte Hikosan fondò una missione con il nome il Giardino dell’Immacolata. Vi tentò anche successivamente in India ma non se ne fece nulla. Prima di rientrare il Polonia si recò a Manila e in Italia per seguire le tappe del movimento mariano. Nel 1938 ebbe modo di conseguire la licenza di radioamatore conosciuto con il nome di SP3RN e ancora oggi è il santo patrono dei radioamatori. Si adoperò anche in Lettonia nel costruire una nuova Romanowska, la “Città di Maria”. Con lo sviluppo della Seconda Guerra Mondiale e l’invasione della Polonia San Massimiliano venne imprigionato due volte. La prima fu rilasciato dopo tre mesi la seconda venne deportato ad Auschwitz. Nel campo San Massimiliano si distinse per la sua serenità e la sua continua preghiera arrivando a celebrare di nascosto due messe con la consacrazione del proprio pane diviso tra i suoi fratelli di prigionia.
La sua morte avvenne a seguito di un atto di sacrificio. Infatti a seguito della rappresaglia delle guardie tedesche per la morte di uno di loro 10 prigionieri vennero condannati alla stanza della morte dove si periva per fame e per sete. Egli prese il posto di uno di questi ma non morendo di fame i soldati tedeschi gli iniettarono una siringa di fenolo, cagionandone la morte il 14 agosto 1941. Il suo corpo venne bruciato e le sue ceneri disperse.