Sono tante le storie che si sono intrecciate nella comunità di San Patrignano, che sarà al centro della puntata di stasera a ‘Le Iene Inside’. E molte tra queste sono racconti di rinascita e riconoscenza, lontane dalle accuse sui metodi adottati per uscire dalla tossicodipendenza. Virgilio Albertini è proprio uno tra gli ex ospiti della struttura di recupero riminese, che sente ancora forte il legame con quella realtà, tanto da permanerci ancora, sebbene sotto un’altra veste: oggi è responsabile di San Patrignano.
La sua storia parte da lontano, da quasi 20 anni fa, quando fece ingresso in San Patrignano da tossicodipendente, “distrutto sul piano fisico e psicologico” come lui stesso si era definito in un’intervista di qualche anno fa al Corriere. Oggi invece è un cinquantenne realizzato, con una laurea conseguita in Psicologia nel 2017, insieme ad altri 5 compagni di ‘sventura’ e rinascita, una moglie e un lavoro. Oggi può quindi dire di come San Patrignano lo abbia salvato e gli abbia permesso di riprendere in mano la sua vita.
ALBERTINI: “SONO IN DEBITO CON SAN PATRIGNANO”
Alla fine del percorso di recupero, Virgilio Albertini ha lavorato all’ufficio accoglienza e per 3 anni ha guidato a Milano, l’associazione Anglad, una delle succursali di San Patrignano Oggi ricopre il ruolo di responsabile dell’accoglienza presso San Patrignano. Dalle parole della recente intervista del 2017 emerge un uomo che oggi si sente realizzato, coltivando le sue passioni e i suoi interessi, arrivando anche a correre alla maratona di New York nel 2016. Ma soprattutto Albertini parla sempre di riconoscenza verso san Patrignano, verso cui si sente in debito. Ed è proprio per questo motivo che ha deciso di continuare il suo percorso nella comunità ma dall’altra parte della barricata, “per donare qualcosa agli altri”.
Albertini, quando era in comunità da ospite, ha conosciuto già una realtà diversa rispetto agli anni 80/90, quando San Patrignano andò a finire sui media per il famoso ‘metodo Muccioli’, ritenuto troppo coercitivo. Ma anche negli ultimi anni, come ha potuto notare lo stesso Albertini, è cambiata la platea delle persone bisognose di recupero: se prima era solo l’eroina la droga ‘privilegiata’ ora si tratta di pluridipendenza da un mix di sostanze. Gli ospiti oggi sono soprattutto giovani che fanno fatica a immaginare un futuro, e, alla luce di ciò, chi lavora nella struttura come Virgilio Albertini, reduce anche da un passato di tossicodipendenza, sa bene quanto debbano essere accompagnati verso la salvezza.