SAN PATRIGNANO, IL DIBATTITO DIVISIVO

Sono tanti i testimonial illustri della comunità di San Patrignano, per la loro storia, quella di persone a loro vicine o semplicemente perché hanno prestato il loro volto e i loro programmi per accendervi un faro. Eppure, per molti anni, soprattutto negli anni ’80, il dibattito era complesso e divisivo. Tra i sostenitori c’è sicuramente Red Ronnie, all’anagrafe Gabriele Ansaloni, che è stato vicino alla famiglia Muccioli e si è anche scagliato contro la serie Netflix perché gettava ombre sulla comunità, accusando di aver realizzato un prodotto che “demonizza una persona che ha salvato migliaia di vite“.



Ma anche altri personaggi si sono schierati a favore di San Patrignano, come il giornalista Indro Montanelli e l’attore Paolo Villaggio, il cui figlio è stato curato all’interno della struttura, più recentemente la conduttrice Andrea Delogu e Letizia Petris del Grande Fratello. Come ricorda GQ Italia, Muccioli e alcuni ospiti della comunità sono stati spesso invitati nello show di Maurizio Costanzo, che li ha portati in tv come Enzo Biagi. Ma ci sono anche personaggi che si sono schierati contro, a partire dalla redazione di Cuore, settimanale che nel 1993 realizzò diverse inchieste.



LO SCONTRO TRA VASCO ROSSI E SAN PATRIGNANO

Vasco Rossi polemizzò con la comunità di San Patrignano ben 12 anni fa per il proibizionismo sulle droghe leggere. All’epoca la comunità era gestita da un comitato di garanti, al termine della direzione di Andrea Muccioli, figlio del fondatore che morì nel 1996. Il rocker fu accusato di prendere alla leggere il problema delle droghe, in quanto dichiarava che non andavano perseguitati coloro che le consumavano e ritenendo che non fosse un problema sociale grave. “Il drogato non è un pericoloso criminale, ma un malato che soffre di una feroce dipendenza“.



La comunità rispose con indignazione, perché giudicava pericolose le parole di Vasco Rossi, ritenendo che potessero vanificare il loro lavoro e quello di tutte le persone coinvolte nel recupero dei tossicodipendenti, quindi anche le famiglie. Ma bocciò anche l’idea di una legalizzazione indiscriminata delle droghe, perché sarebbe stata “devastante”.

Ne nacque un botta e risposta durante il quale il rocker spiegò che San Patrignano non doveva entrare in quel dibattito, in quanto è un’attività di recupero, non di prevenzione. “Non potete vantare proprio nessun titolo per discutere di un problema che vi riguarda solo nel momento dell’aiuto e del recupero del tossicodipendente”, dichiarò il musicista, chiedendo “un pacato silenzio sul problema“. Ma silenzio non ci fu, perché arrivò la replica della comunità, rivendicando il fatto che si occupa anche di prevenzione ed entrando nel merito dei suoi progetti.