Ogni anno il 9 settembre, si celebra la memoria di San Pietro Claver, missionario gesuita vissuto a cavallo del XVI secolo che dedicò più di quarant’anni a curare, seguire e aiutare gli schiavi africani. Dichiarò di essere “schiavo degli Etiopi sempre” (all’epoca tutte le persone nere e africane venivano chiamate etiopi) e per essere più efficiente imparò anche la lingua dell’Angola. È Patrono delle missioni cattoliche in Africa e della Colombia.



Una vita dedicata agli ultimi: gli schiavi che dall’Africa raggiungevano la Colombia

San Pietro Claver nasce nel 1580 a Verdù, un paesino di mille anime nelle vicinanze di Barcellona. I genitori sono di famiglia modesta ma profondamente cristiana, non a caso il piccolo Pietro viene educato in un clima religioso che lo porta a entrare, appena adolescente, nella compagnia di Gesù a Tarragona. Terminati gli studi di filosofia nel collegio Montesiòn di Palma de Maiorca, intraprende a Barcellona un corso di teologia che porterà a termine a Cartagena, in Colombia, dove sposa il sacerdozio nel 1616.



La sua vocazione di missionario si concretizza grazie a un incarico dell’Apostolato che lo invia a Nuova Granata per portare aiuto e sussidio agli schiavi neri. Nel suo nuovo ruolo Pietro si ritrova a tu per tu con donne, uomini e bambini brutalmente strappati alla loro terra per approdare in un nuovo mondo dove si scontrano con schiavitù, ostacoli e sevizie di ogni tipo.

In lui trovano, oltre a un punto di riferimento ecclesiale, un porto sicuro. Grazie a Pietro Claver si salvano migliaia di schiavi vittime di ingiustizie, malattia e povertà. Si calcola che battezzò trecentomila pagani convertendoli alla dottrina cristiana e definendosi “servus” tra i servi. Dopo una lunga malattia, muore nella sua Cartagena l’8 settembre 1654. Beatificato nel 1851, viene canonizzato insieme al suo maestro Alfonso Rodriguez nel 1888. Otto anni più tardi Papa Leone XIII lo nomina patrono delle missioni africane.



Feste e sagre in onore di San Pietro Claver

A Cartagena in Colombia, dove San Pietro Claver si è spento nel 1654 dopo essersi speso per oltre quarant’anni nell’impresa di affrancare e sostenere gli schiavi africani, si celebra l’8 settembre l’anniversario della morte del santo, festeggiato sul calendario il giorno successivo.
Ogni anno, il 9 settembre, l’Istituto Comboniano, di cui San Pietro Claver è Patrono, lo ricorda con celebrazioni e liturgie a lui dedicate. In particolare, la comunità della Casa Generalizia di Roma lo celebra nel giorno della sua festa con un’eucarestia alla presenza di centinaia di comboniani. I missionari omaggiano il santo rievocandone la missione evangelizzatrice e il messaggio salvifico in difesa degli schiavi in Colombia.

Cosa vedere a Cartagena de Indias, la città di San Pietro Claver

Cartagena è la città spagnola che più di ogni altra è legata a doppio filo all’esistenza di San Pietro Clavier. È lì che compie gli studi giovanili, è lì che esercita la sua opera sacerdotale ed è lì che si spegne, a 74 anni, nel 1654. Cosa offre, oggi, questa location al visitatore? Le attrattive turistiche non mancano, a partire dalle bellezze della città antica, impreziosita dalle rovine del Teatro Romano e dalle meraviglie della Casa della Fortuna, villa patrizia di epoca romana abbellita da affreschi e mosaici ben conservati. Da visitare il Museo Navale e di Archeologia Subacquea. Per gli amanti del mare non mancano spiagge e arcipelaghi da sogno, come Cala Cortina e l’isola di Hormiga.

Gli altri Santi del giorno

Oltre a San Pietro Claver, il 9 settembre si celebrano San Gorgonio di Roma, San Valentiniano di Coira, vescovo, i Santi Giacinto, Alessandro e Tiburzio, martiri in Sabina. Fra i Beati si ricordano Giorgio Douglas, Maria Toribia, Francesco Garate e Ciarano il Giovane.