Il 9 settembre è il giorno che la chiesa cattolica dedica a San Pietro Claver, un membro spagnolo della Compagnia di Gesù che contribuì con la sua fede a far scoprire Dio alle popolazioni precolombiane. La sua beatificazione avvenne nel 1850 per volere di papa Pio IX mentre la santificazione fu celebrata nel 1888 sotto il pontificato di Leone XIII. Qualche anno dopo, nel 1896, Pietro Claver fu proclamato il Santo patrono di tutte le missioni cattoliche fra le popolazioni nere del mondo. Nel 1909 un giosefita di nome Conrad Friedrich Rebesher fondò la compagnia dei Cavalieri di Pietro Claver, un’associazione di laici cattolici che si occupano di diffondere la parola del santo e il suo esempio nel mondo. Pietro Claver è anche il Santo patrono della nazione della Colombia, che ha voluto rendergli omaggio per la grande attività di aiuto e per l’appoggio che sempre fornì a tutti gli schiavi che passarono in questa terra.
San Pietro Claver, la vita del Beato
San Pietro Claver Corberó, questo il suo nome completo, nacque a Verdù, in Catalogna, il 25 giugno del 1581. Suo padre era un contadino e la sua famiglia non navigava certo nell’oro ma la ferrea volontà del ragazzo di studiare lo portò a conseguire una laurea presso l’università di Barcellona. Al compimento dei suoi venti anni iniziò il noviziato in un convento di gesuiti a Tarragona. Qui il padre che si occupava della portineria del convento ebbe una visione secondo la quale la missione di Pietro era quella di andare nei possedimenti spagnoli che si trovavano in America per evangelizzare le popolazioni locali. Nel 1610, concluso il suo noviziato, Pietro partì per Cartagena e qui rimase per 44 anni, mettendo la sua esperienza al servizio degli schiavi afro-americani, aiutandoli non solo a scoprire Dio ma provvedendo anche ad altre necessità primarie come l’alfabetizzazione, la distribuzione di cibo, le cure mediche. In questo modo Pietro iniziò a conquistarsi il favore degli schiavi, in un periodo molto intenso per il fenomeno dello schiavismo. Prese l’abitudine di uscire con la barca, non appena aveva notizia di un nuovo arrivo di schiavi, e di avvicinarsi alle navi cariche di africani per dare loro conforto e un aiuto pratico.
I testi dell’epoca raccontano che nei suoi anni a Cartagena Pietro riuscì a battezzare oltre 300mila africani e a dare conforto e aiuto ad un numero molto più alto di persone. Ovviamente questo suo prodigarsi gli attirò ben presto le antipatie degli schiavisti ma non solo: anche le signore di Cartagena, le europee mogli dei colonizzatori, non vedevano di buon occhio tutto questo interesse nei confronti dei “negri” e si rifiutavano di partecipare alle messe nelle quali erano presenti anche gli schiavi. Spesso pure i suoi superiori si fecero influenzare da queste voci e cercarono di limitare la sua attività ma Pietro era solito ripetere che pur non avendo l’appoggio degli uomini aveva comunque quello di Dio. In ogni caso riuscì a riunire intorno a sé una folta comunità di volontari e istituì un servizio di interpreti per riuscire ad evangelizzare gli schiavi utilizzando la loro lingua, per farsi comprendere meglio. Morì nella sua Cartagena l’8 settembre del 1654, probabilmente a causa delle complicanze di qualche malattia tropicale.
Tutti gli altri Beati di oggi
Altri Santi che vengono celebrati dalla chiesa cattolica il giorno del 9 settembre ci sono San Ciarano il Giovane, Beata Maria Toribia, Santi Giacinto, Alessandro e Tiburzio, San Gorgonio di Roma, Beata Maria Euthymia Uffing e Beato Giorgio Douglas.
Video, la vita del Beato