I 750 ANNI DALLA MORTE DI SAN TOMMASO D’AQUINO: “NON SOLO FEDE E RAGIONE”, PARLA IL TEOLOGO DOMENICANO

In questa particolare domenica 28 gennaio 2024 la Chiesa Cattolica celebra i 750 anni dalla morte di San Tommaso d’Aquino, Dottore della Chiesa e tra i principali teologi nella bimillenaria storia del cristianesimo: in attesa dell’anniversario ancora più illustre nel 2025 – quando si festeggeranno gli 800 dalla nascita dell’autore della Summa Teologica – su “Avvenire” il teologo domenicano Padre Giuseppe Barzaghi analizza un elemento spesso dimenticato nella profonda opera tomista, l’immaginazione. «San Tommaso è un grande dialettico, dove dialettica significa “dire attraverso”. Esiste una dialettica rigida, quella appartenente più propriamente alla logica, ed esiste anche una dialettica morbida, che è sempre un dire attraverso, però non è più semplicemente una questione formale di concetti, ma di immagini. L’immagine è veramente un vedere attraverso», spiega il docente di Teologia fondamentale e dogmatica alla facoltà Teologica dell’Emilia Romagna e docente allo Studio filosofico domenicano di Bologna.



Nel suo ultimo lavoro, “La maestria contagiosa”, Padre Barzaghi analizza il senso di San Tommaso d’Aquino (1225-1274) per l’immaginazione, per la fantasia unita al connubio fondamentale fede-ragione: immaginare significa “vedere in sé l’altro da sé” ed è anche per questo che il Santo Filosofo è anche un maestro nella cultura delle immagini, da buon “discepolo” di Aristotele (“nihil intelligit anima sine phantasmate”, ovvero “La nostra anima non capisce nulla senza la fantasia”). L’invito del teologo domenicano è quello per la cultura cristiana, e non solo, di potersi convertire alla “fantasia”, che vuole dire «fare degli esempi. Ecco perché san Tommaso è affascinante. Non lascia mai scoperta una visione, diciamo così, teoreticamente rigida, se non riconducendola a delle immagini, che sono gli esempi»,



PADRE GIUSEPPE BARZAGHI: “SAN TOMMASO D’AQUINO, LA CONOSCENZA E IL VOLO DEGLI UCCELLI”

All’interno della Somma Teologica, la più vasta opera della teologia cristiana ammirata e studiata da secoli, San Tommaso d’Aquino disquisiva sul fatto che la Sacra Scrittura debba comunque fase uso delle metafore, delle immagini, per due sostanziali motivi. In primis, perché l’essere umano «non comprende le cose spirituali se non a partire da quelle che appartengono alla sensorialità». Secondo Padre Barzaghi, sempre sull’Avvenire, non esiste nulla nell’intelletto che prima non sia stato nel senso, nella realtà; in secondo luogo, la rivelazione divina che è insita nella Bibbia «usa le metafore perché le immagini devono essere oggetto di intelligenza, da intus legere, entrare dentro».



Ricordando un’immagine tanto cara a San Tommaso, conclude il teologo domenicano, la conoscenza per il grande Santo filosofo era ricondotta al volo degli uccelli: «esiste l’uccello che vola in modo roteante, circolare, oppure il volo che va avanti e indietro o il volo che va dall’alto in basso, dal basso in alto. Il moto circolare è il moto contemplativo, il moto che va avanti va dalla causa all’effetto, indietro è dall’effetto alla causa, dall’alto in basso è la deduzione, dal basso in alto è l’induzione». In poche parole, ricordando il volo degli uccelli, è possibile ricordare tutte le formalità e le forme dell’atto di conoscere.