A Mazara del Vallo, città devota a San Vito, ogni anno si tiene “Lu fistinu di Santu Vitu”. Nonostante la ricorrenza sia il 15 giugno, la festa si tiene nella penultima settimana di agosto. Durante la celebrazione si organizzano i c.d. quadri viventi, scene della vita di San Vito e del suo martirio, unitamente a quello di Crescenza e di suo marito. Alla fine della rappresentazione il simulacro del santo, issato su una barca, è lasciato andare in mare. Particolare molto bello della festa è che la statua del santo viene portata in processione dai marinai vestiti con il costume tradizionale di Mazara. La cittadina di Mazara del Vallo, che ha dato i natali a San Vito, ha fatto di lui il suo santo patrono protettore.
Situata sulla costa, Mazara del Vallo si affaccia sul Mar Mediterraneo ed è una città caratterizzata da molte influenze culturali. Chi visita la città non può fare a meno di passeggiare lungo la Kasbah, vedere Piazza della Repubblica e la cattedrale del Santissimo Salvatore. Oltre a queste bellezze architettoniche non mancano quelle naturali delle vicine spiagge, tra le quali quella di Tonnarella.
San Vito, la vita del Beato
Non si conoscono molti dettagli sulle sue origini su San Vito. Secondo gli agiografi nacque a Mazara del Vallo, provincia di Trapani da una famiglia molto agiata. Suo padre, di nome Iles, era devoto al paganesimo. Quando il figlio Vito era ancora piccolo rimase vedovo e decise di affidare il figlio alla nutrice Crescenzia. La donna, all’insaputa di Iles, era però di fede cristiana e decise insieme al marito di battezzare il bambino. Man mano che Vito crebbe instillarono in lui la fede cristiana. Quando ancora in tenera età riportarono il bambino al padre, egli si rese conto molto presto della fede cristiana insinuata nel cuore di suo figlio. Provò in tutti i modi a portarlo a disconoscere la fede e venerare gli idoli ma lui non cedette mai.
Se in un primo momento provò con le maniere affettuose presto arrivò a essere crudele con il figlio iniziando a picchiarlo. Nonostante la violenza e la tenera età, Vito rimase fedele ai suoi valori e non cedette mai. Il padre, stanco di lottare, decise allora di farlo arrestare. Mentre si trovava in carcere un angelo arrivò in suo soccorso nella persona di Crescenza e suo marito e Vito decise di fuggire per sempre da Mazara del Vallo con loro alla ricerca di un rifugio.
San Vito secondo la leggenda
Nel suo peregrinare, secondo la leggenda, Vito si fermò in alcuni paesi siciliani. Tra questi, in particolare, si sarebbe fermato a Regalbuto per riposare. Mentre si rifocillava però incontrò dei pastori che piangevano la morte di un bambino sbranato dai cani. Si narra che il santo richiamò i cani, riuscì a far restituire i lembi del corpo del bambino e a farlo tornare in vita con un miracolo.
Finalmente i tre sbarcarono in Lucania. Bastarono pochi giorni dopo lo sbarco perché venissero denunciati come cristiani, arrestati e incarcerati in attesa di subire il martirio dell’imperatore persecutore dei cristiani, Diocleziano. Prima che Vito venisse martirizzato però Diocleziano, avendo sentito dei prodigiosi miracoli che aveva compiuto, decise di chiamarlo a Corte per liberare il figlio che era in preda ad un ossessione di tipo demoniaco. Vito compì il miracolo e liberò il figlio di Diocleziano. Egli cercò di convincerlo a venerare gli dei a titolo di ricompensa ma egli rifiutò. Così fu rispedito in prigione con gli altri due.
Diocleziano ordinò che fossero messi in un calderone colmo di piombo liquido, resina e olio bollente ma i tre sopravvissero e iniziarono a cantare gli inni. Allora l’imperatore decise di darli in pasto ai leoni ma questi, al cospetto del giovane Vito, divennero mansueti. Inasprito da questi miracoli, Diocleziano li fece mettere sdraiati per far tagliare loro le membra, mentre nel cielo c’era il temporale e la terra si spaccava in due per il terremoto. Una volta morti, una matrona romana, impressionata dalla loro fede, diede loro degna sepoltura.
Altri Santi celebrati il 15 giugno
In questa data ricorrono anche i festeggiamenti di altri santi, Santa Germana Cousin, San Bernardo da Mentone, San Landelino, Santa Barbara Cui Lianzhi, Sant’Isfrido di Ratzeburg e Beato Luigi Maria Palazzolo.