San Vittorio Martire viene celebrato dalla chiesa cattolica nella giornata del 21 maggio. Il Beato è invocato contro i fulmini e per protezione contro la grandine. Inoltre i suoi devoti chiedono nelle loro preghiere la sua intercessione contro gli spiriti maligni. Il suo emblema è la palma. Il culto di devozione nei confronti di questo Santo è molto diffuso nel nostro Paese. Infatti diversi sovrani e principi di Casa dei Savoia sono stati battezzati con questo nome. Senza dimenticare che in Inghilterra la regina Vittoria ha creato un vero e proprio stile che porta il nome suo e del Santo.
Il suo nome deriva dal latino, Victorius, variante di Victor, vincitore. Da questa radice principale arrivano i nomi di Vittorino, Vittoriana, Vittore, Vittoria e Vittoriano. Questo nome latino attualmente ha una sua versione in molte altre lingue. In tedesco abbiamo Viktoria, Viktor e Vike. In Francia Victoire, Victor e Victoria, così come in Gran Bretagna, mentre in portoghese si ha invece il nome di Vitor.
San Vittorio Martire, la vita del Beato
San Vittorio Martire nacque a Marsiglia, intorno al 300. Stando ala tradizione, Vittorio era un soldato romano che subì il martirio nei pressi dell’attuale Kayseri, in Turchia, località conosciuta all’epica come Cesarea di Cappadocia. Insieme a lui subirono il martirio anche Polieuto e Donato, celebrati anch’essi in questa stessa data. Ufficiale romano all’epoca di Traiano, si convertì al Cristianesimo dopo essere entrato in contatto con diversi prigionieri cristiani. La sua morte arrivò proprio a causa di questa sua conversione che lo portò alla decapitazione. Il suo martirio è stato descritto dapprima nel Martirologio Geronimiano e poi in quello Romano, ma generalmente se ne ritrova traccia in tutti quelli che sono i martirologi storici occidentali conosciuti. Bisogna dire che anche se san Vittorio non ha lasciato molte notizia di sè non è mai stato dimenticato.
Si dice, a cavallo tra storie e racconto popolare, che, intorno al 660, alcuni mercanti originari della città di Marsiglia riuscirono a salvarsi da un naufragio grazie all’intervento degli abitanti di Roccella Jonica e che, per sdebitarsi, i francesi inviarono nella cittadina calabrese un’importante reliquia del loro concittadino martire. Per questo motivo Santo Vittorio divenne patrono del piccolo centro urbano ionico.