La ministra dell’interno, Luciana Lamorgese, è intervenuta sull’accordo trovato all’interno del governo circa la sanatoria dei migranti, con l’obiettivo di regolarizzarli e di creare forza lavoro. Parlando ai microfoni del programma Radio Anch’io su Rai Radio 1, ha spiegato: “L’emersione del lavoro nero riporterebbe a una condizione di legalità una realtà di lavoratori impiegati come braccianti e, nelle nostre case, come colf e badanti. L’intenzione del governo è garantire la dignità delle persone, la tutela della legalità e le esigenze del mercato del lavoro”. Sull’argomento si è espressa anche la ministra dell’agricoltura, Teresa Bellanova, sempre a Radio Anch’io: “Viene regolarizzato chi ha un permesso di soggiorno scaduto, quindi milioni di badanti che vivono nelle nostre famiglie, e i lavoratori agricoli che hanno lavorato in agricoltura che possono chiedere, senza un datore di lavoro che li accompagni, un permesso di soggiorno temporaneo e quando esibiscono un rapporto di lavoro passato in agricoltura, possono ricevere un permesso di lavoro per 6 mesi”. Secondo la stessa esponente del governo, con l’accordo sui migranti “ha vinto la dignità di persone” che da ora in avanti “potranno chiedere tutele nel proprio lavoro”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SANATORIA MIGRANTI, ACCORDO M5S-PD-IV, ALLE IMPRESE COSTERÀ 560 EURO A LAVORATORE
Sembra essere stato raggiunto nella notte l’accordo sulla sanatoria dei migranti, in particolare di braccianti, badanti e colf, all’interno del governo. La bozza dell’intesa è stata snocciolata dai colleghi de Il Sole 24 ore, che parlano di una sanatoria onerosa per le imprese dal valore di 560 euro per ogni lavoratore. In particolare, ad ogni bracciante, badante o colf, verrà corrisposto un contributo forfettario di 400 euro, nonché altri 160 euro per il migrante che ottiene il permesso di soggiorno temporaneo di sei mesi per ricercare il lavoro. Fino a poche ore fa la proposta lanciata dalle ministre Bellanova e Catalfo era stata sempre bocciata dal Movimento 5 Stelle, ma alla fine anche i pentastellati hanno trovato la quadra, e Crimi ha comunicato “Accordo raggiunto”. Si stima un totale di 91.56 milioni di euro che le aziende che assumeranno i migranti di cui sopra, dovranno versare all’Inps, un contributo senza dubbio non indifferente in un periodo di profonda crisi economica come quello che stiamo vivendo.
SANATARIA MIGRANTI: PREVISTA “IMMUNITA’” PER LAVORATORI E DATORI
Gli stranieri interessati dalla procedura sono circa 212 mila (la prima), e altri 52mila per la seconda. Non sono ammessi datori di lavori che nei cinque anni precedenti abbiano avuto condanne anche non definitive per capolarato, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, o altri reati simili, così come sono esclusi gli immigranti condannati per gli stessi reati, nonché per droga o segnalati per terrorismo. Con la regolarizzazione scatterà l’immunità, ovvero, per i lavoratori vengono sospesi procedimenti penali e amministrativi circa la violazione dell’ingresso e del soggiorno, mentre per i datori di lavoro la sospensione dei procedimenti riguarderà l’impiego di lavoratori “per cui si presenta la dichiarazione di emersione – si legge su IlSole24Ore.it – anche se di carattere finanziario, fiscale, previdenziale o assistenziale”. Conte, poco prima dell’annuncio di accordo di Crimi, aveva di fatto richiamato all’ordine i pentastellati: «Legittimo che il M5S rifletta, ma regolarizzare per un periodo determinato immigrati che già lavorano sul nostro territorio significa spuntare le armi al caporalato, contrastare il lavoro nero, effettuare controlli sanitari e proteggere la loro e la nostra salute, tanto più in questa fase di emergenza sanitaria».