Non è piaciuto a tutti il monologo di Emma D’Aquino recitato ieri sera al Festival di Sanremo 2020 sul tema delicato e importante della libertà di stampa e di informazione: quei numeri terribili – 49 giornalisti uccisi solo nel 2019, 89 reporter finiti in carcere per il loro lavoro, quasi 400 già in galera per le loro semplici idee – presentati in un breve ma intenso messaggio pubblico è stato apprezzato dal pubblico di Rai1 che ormai ha preso in simpatia quel volto iper-noto del Tg1 come la D’Aquino. Ma c’è chi non ha per nulla apprezzato e lo ha scritto nero su bianco questo pomeriggio sulla sua pagina Facebook: si tratta di Sandra Amurri, giornalista oggi al Fatto quotidiano, ha attaccato la collega facendo riferimento ad una passata vicenda oggi archiviata ma che ha visto addirittura una querela in ballo. «Senza una sola parola di commento. Sanremo. Monologo sulla libertà d informazione. È facile, non costa nulla e fa fare bella figura, e, forse, ma non ne ho certezza, fa anche percepire un buon compenso, oltre che poter sfoggiare un lungo abito da sera, citare dati e colleghi ammazzati nel mondo per non aver abbassato la testa al potere di turno», premette la Amurri mettendo poi nel mirino la collega D’Aquino per una vicenda recente del 19 giugno 2019. Nel suo monologo di Sanremo la bella giornalista del Tg1 ha trattato come il tema del “bavaglio”, spiegando «La querela facile serve a zittire il cronista petulante ostinato nella ricerca della verità, a tenerci nel buio. Non lasciateci soli, perché il diritto alla verità vale per tutti».
SANDRA AMURRI CONTRO IL MONOLOGO DI EMMA D’AQUINO
Per la Amurri però proprio quel passaggio sulla querela non è andato per nulla giù: «a proposito di Emma D’ Aquino e delle querele temerarie, posso raccontare un fatto : è la sola collega ( io non ho mai querelato colleghi neppure quando mi hanno diffamata) che mi ha querelata (richiesta di archiviazione, lei si è opposta, processo, difesa dall’Avv. Andrea Di Pietro , sono stata assolta perché il fatto non sussiste) per aver scritto un articolo in cui riportavo un fatto senza neppure nominarla, un fatto riscontrato, cassetta depositata Proc de L’ Aquila) dal geologo Giampaolo Giuliani indagato, poi prosciolto, per procurato allarme (art FQ del 19/06/2019 che allego)», scrive Sandra Amurri sulla sua pagina Facebook. Per questo la stessa giornalista del Fatto avrebbe gradito che nel monologo della D’Aquino sulla libertà di informazione si fosse sottolineato il diritto dei cittadini di essere informati «invece di querelare me sarebbe stato più opportuno spiegare pubblicamente perché quella cassetta, quel servizio quell’intervista a Giampaolo Giuliani non fu mandata in onda e, magari se davvero le era stato imposto di farlo denunciare la censura subita». Chiudendo e postando l’articolo “incriminato”, la Amurri sentenzia contro Emma D’Aquino «magari a Sanremo, ieri sera avrebbe potuto rendere più vero e toccante il monologo raccontando la sua esperienza personale di resistenza in nome della libertà d informazione».