Sandra Amurri porta Rula Jebreal in tribunale. Lo ha rivelato proprio la prima ieri a Non è l’Arena. Tutto è partito dalle critiche mosse dalla giornalista, scrittrice e docente universitaria alla tv italiana, in quanto ospita giornalisti e opinionisti russi e pro-Putin. Le trasmissioni di La7 sono quelle più criticate, infatti nei giorni scorsi ha dichiarato a Il Foglio: «Sono partita dall’Italia che La7 era casa mia, ora è irriconoscibile. Raccontavamo quello che accadeva, ora invece vedo in generale sulle televisioni italiane un’operazione pericolosissima di revisionismo storico e di manipolazione che mette a confronto sullo stesso piano la realtà e la propaganda». Allora Massimo Giletti ha deciso di mandare una sua inviata a Sestri Levante, dove Rula Jebreal era attesa per un convegno sul festival del cinema. Ma una volta arrivata Rebecca Pecori ha appreso che c’era un «diktat categorico»: Rula Jebreal non avrebbe concesso interviste.

Tomaso Torre, ufficio stampa del Riviera International Film Festival, al telefono le ha detto: «Rula non vuole fare l’intervista per Non è l’Arena. Io ho questo tipo di indicazione quindi non posso fare nulla. È un diktat, mi hanno detto di no, categorico». Inoltre, non era gradita la presenza dell’inviata di Non è l’Arena, che è stata fatta addirittura allontanare e a cui è stato pure negato l’ingresso in conferenza stampa, in barba alla libertà di informazione. A questo punto in studio è intervenuta Sandra Amurri, che con la collega ha avuto un durissimo scontro sui social, tanto che ha annunciato querela contro Rula Jebreal per le accuse di «scarsa credibilità soggettiva e professionale».

SANDRA AMURRI “RULA JEBREAL? CE LA VEDIAMO IN TRIBUNALE…”

Sandra Amurri ha accusato Rula Jebreal di aver «messo in moto una macchina del fango su Twitter». Quindi, ha aggiunto: «Lei è paladina dei diritti delle donne ma l’unica persona che ha speso delle parole per difendermi è stato Guido Crosetto». Proprio la Amurri ha spiegato le origini del loro scontro. «La prima volta che ero ospite qui quando c’era Solovyev, lei ha pubblicato un tweet dicendo ‘questi sono i propagandisti, ecco con chi parla lei, con uno che ha detto di Hitler che è una persona coraggiosa’. Io allora ho scritto a Solovyev chiedendogli conto di questa affermazione. Lui mi ha detto di essere stato calunniato e di aver fatto causa a una rivista tedesca. Mi ha anche mandato la sentenza». Ma la vicenda non si è chiusa lì. «Lei ha ripubblicato la mia foto e, prendendo notizie da un blog di Filippo Facci, ha scritto: “La credibilità di chi è stata prima sanzionata dall’Ordine dei giornalisti perché ha manipolato una intercettazione e poi condannata in sede penale. Ecco il giudizio dei giudici italiani: di scarsa credibilità soggettiva e professionale. Si capisce perché va d’accordo con Solovyev”». In riferimento a quel tweet, Sandra Amurri ha replicato alla collega: «Lei ha voluto denigrarmi e delegittimarmi, facendo passare una sua opinione per un pensiero dei giudici italiani sul mio conto. A chi le chiedeva se quella fosse davvero una sentenza, lei poi non ha più risposto. Comunque ce la vediamo in tribunale». Infine, la giornalista, commentando il servizio di Non è l’Arena con l’inviata cacciata dall’evento, ha attaccato: «Mi sembra una persona potente: va ad un festival organizzato con soldi pubblici e riesce a decidere chi entra e chi non entra, chi può parlare e chi non può parlare».