Il caos scoppiato attorno ai vaccini ha evidenziato i limiti dell’Unione europea in fase di negoziazione. Figura cruciale di questa vicenda è Sandra Gallina, a capo della direzione generale Salute della Commissione Ue. Lei era la negoziatrice dei contratti con Big Pharma e sui di lei oggi ha acceso i riflettori Domani. Il quotidiano evidenzia il fatto che abbia partecipato ad un incontro sui brevetti dei vaccini con l’industria farmaceutica, anche se nega di averlo fatto. Ma il 22 marzo ha preso parte all’incontro organizzato dall’Aspen Institute Italia e che si è tenuto a porte chiuse, con la richiesta di tenere riservati i contenuti. La Commissione Ue però è tenuta a rendicontare i suoi incontri, quindi i direttori generali e i commissari devono dichiarare gli incontri che hanno con le organizzazioni. Eppure nell’agenda online di Sandra Gallina non vi è quell’incontro.



L’ultimo meeting che risulta è una telefonata a febbraio con la Federazione europea delle industrie farmaceutiche (Efpia). Visto che potrebbe essere un caso di aggiornamento ritardato, Domani ha interpellato il gabinetto di Sandra Gallina: «Non ha avuto un incontro con Farmindustria ieri», la replica del capo della comunicazione, nonostante l’evento sia stato citato poi dal Corriere della Sera.



SANDRA GALLINA, DAI BREVETTI AGLI ANTICIPI

Forse va chiarito cosa si intende per incontro. Le regole della Commissione Ue stabiliscono che non si definisce così solo un bilaterale organizzato da un’organizzazione, ma anche se un direttore generale, come Sandra Gallina, partecipa ad una discussione su un tema oggetto di attuazione in Ue o elaborazione politica. Per questo Domani ritiene che sia difficile definire diversamente quell’incontro. Quando il quotidiano ha mandato un’altra email evidenziato che la negoziatrice Ue sui vaccini ha partecipato a quel panel non è arrivata alcuna risposta. Del resto, quello della proprietà intellettuale dei vaccini è un tema caldo in Europa. Da un lato c’è una raccolta firme per costringere Bruxelles a considerare la proposta di liberare i brevetti, con un sostegno politico a questa ipotesi che sta crescendo. Dall’altra c’è la contrarietà di Big Pharma, motivo per il quale l’Ue mira ad accordi per la co-produzione tra le aziende. La posizione di Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, è netta: i brevetti non si toccano. Sandra Gallina invece ha rivendicato le scelte fatte con i contratti della Commissione Ue. Ma non si sa di cos’altro abbia parlato, visto che l’evento era riservato.



Tace poi sugli esborsi per i contratti sui vaccini. I deputati dell’Europarlamento martedì in audizione della commissione Controllo bilancio le hanno ricordato che a febbraio si era impegnata a fornire una ripartizione dettagliata degli anticipi versati dall’Ue alle aziende. Alle lettere ufficiali ricevute, però, Sandra Gallina non ha risposto. «Ma non ci ha dato risposte su quanti soldi lei ha accordato a ogni laboratorio farmaceutico, se erano per ricerca e sviluppo o per la produzione. Lei non risponde, il che è un problema istituzionale: l’europarlamento ha un ruolo di controllo, è tenuta a darci le informazioni», ha dichiarato Michele Rivasi dei Verdi. Non era sola a negoziare: c’erano i rappresentanti di sette governi e gli altri erano sempre aggiornati, ma la trasparenza è anche un suo dovere.