Sandra Milo e il rapporto con la morte

Sandra Milo resta una delle ultime dive del cinema italiano. L’attrice, lo scorso 11 marzo, ha festeggiato il suo novantesimo compleanno. Un traguardo importante per la Milo che ha, finora, vissuto una vita intensa sia professionale che sentimentale. In occasione di un compleanno così importante, la Milo si è raccontata in una lunga intervista rilasciata ai microfoni del Corriere della Sera a cui ha svelato il suo rapporto con la morte. L’attrice ha vissuto da vicino la morte essendo rimasta accanto alla madre morta a soli 55 anni a causa di un cancro. Un momento dolorosissimo per l’attrice che, oggi, confessa di non aver affatto paura della morte.



Ho 90 anni ma non ho paura di morire, a un certo punto toccherà anche a me. Da bambina, tra bombardamenti e violenze, la possibilità di morire era quotidiana: non si poteva avere paura. Non credo all’inferno. Oltre la morte c’è il paradiso. Io mi vedo lì perché ho cercato di fare del mio meglio e a volte ci sono riuscita”, racconta al Corriere.



Sandra Milo e l’amore per Federico Fellini

Mamma e nonna, nella sua vita, Sandra Milo ha amato tantissimo. In alcuni casi, l’amore le ha lasciato ferite inguaribili di cui porta ancora le cicatrici sul cuore come quello vissuto con Moris Ergas, padre di Debora: “Un giorno lui viene sul set, nella mia roulotte, e mi picchia. Mi butta a terra e mi riempie di calci. Naso rotto, mascella rotta, orecchie, da uno ho perso completamente l’udito, dall’altro l’ho riacquistato in parte, ma comunque nella vita mi è bastato, mi sono arrangiata”, ricorda ai microfoni del Corriere.



Il grande amore della sua vita, invece, è stato Federico Fellini con cui non c’era solo un sentimento, ma anche un connubio artistico: “In diciassette anni non abbiamo mai dormito insieme. Ci vedevamo di giorno, in genere nel suo studio. Nei vari studi che ha cambiato c’era sempre una stanza vuota con le tende alle finestre e la moquette per terra. E io pensavo che sarebbe stato bello se lì ci fosse stato un letto, se fosse diventata una stanza. Un po’ gliel’ho fatto capire: “Qui ci starebbe bene un letto”, ho detto una volta. La stanza è rimasta vuota. La fine della storia non è stata la fine del sentimento”, racconta spiegando come la fine di quell’amore, dopo 17 anni, non segnò la fine del sentimento che la lega al regista ancora oggi.