Sandra Milo è ancora un personaggio pop, molto amato dalla sua generazione ma anche da quella nuova che ha apprezzato di lei soprattutto il suo essere verace e spontanea. Nella vita dell’attrice c’è stato tanto dolore ma anche tante gioie e soddisfazioni come quella che porterà a casa questa sera quando tutti la applaudiranno sul palco dei David di Donatello 2021. L’Accademia ha deciso di affidarle il premio alla carriera e lei non ne potrebbe essere più contenta e lusingata soprattutto per il fatto che lei nella vita di sicuro non ha mollato mai e non ha intenzione di farlo visto che ha commentato “speriamo non sia l’ultimo”. Ebbene sì, Sandrocchia, come la chiamerebbe Fellini, è già pronta per la sua prossima tappa che la porterà in streaming con l spettacolo “Ostriche e caffè americano” che sta provando all’Ecoteatro di Milano, una storia che “parla di quanto sia importante l’uguaglianza tra gli esseri umani”.



Sandra Milo, premio alla carriera ai David di Donatello 2021

Classe 1933, Sandra Milo, pseudonimo di Salvatrice Elena Greco, salirà sul palco dei David di Donatello 2021 a 88 anni e questo sarà l’ennesimo riconoscimento ad una lunga e travagliata carriera che, con la partecipazione a 8½, ha sfiorato e assaporato anche l’Oscar. Nata a Tunisi da padre siciliano e madre toscana, Sandra Milo crebbe vicino Pisa e nel 1948, a soli 15 anni, sposò il marchese Cesare Rodighiero ma i due si lasciarono 21 giorni dopo ottenendo l’annullamento dalla Sacra Rota. Forse un bene per lei visto che, chiuso con questo piccolo ‘incidente di percorso’, Sandra Milo poté dedicarsi al cinema segnando il suo esordio nel 1955 al fianco di Alberto Sordi ne Lo scapolo. Da lì in poi si aprì per lei una lunga lista di film d’autore che la portarono sul set con Eduardo De Filippo, Vittorio Gassman e Marcello Mastroianni fino a che al Festival di Venezia fu stroncata e criticata nel suo ruolo in Vanina Vanini, firmato da Roberto Rossellini.



L’arrivo di Federico Fellini cambiò tutto

La sua vita però cambiò con l’incontro con Federico Fellini e non solo perché tra loro iniziò una storia clandestina durata 17 anni, ma perché diedero vita insieme a 8½ (1963) e Giulietta degli spiriti (1965) che le permisero di vincere il Nastro d’argento come miglior attrice non protagonista. Nella sua vita non mancò il teatro e non mancò (così come non manca ancora oggi) la televisione mentre la sua carriera è andata avanti per anni tra pause, ritorni e una vita sentimentale davvero travagliata. Una grande artista e grande donna che questa sera avrà il giusto riconoscimento.

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