Una voce decisamente fuori dal coro quella di Sandro Magister nell’alveo dei vaticanisti, specie durante l’ultimo Papato di Francesco, oggi interviene su “La Verità” per dire la sua circa il caso-scontro tra Bergoglio, Ratzinger e Cardinal Sarah circa il libro sul celibato dei preti: intervistato dal collega Caverzan, Magister giudica di fatto finita la «finta concordia» che secondo lui intercorre tra Benedetto XVI e Francesco in merito all’essenza stessa della struttura teologica e di testimonianza della Chiesa Cattolica. «Il 2019 è stato un anno chiave per la convivenza che, banalizzando, chiamiamo dei due Papi. Perché in quest’ultimo anno il Papa emerito ha deciso di uscire allo scoperto su temi scottanti del magistero e la pastorale ecclesiastica», spiega Magister a “La Verità” ricordando sia gli appunti di Benedetto XVI sugli scandali degli abusi sessuali e sulla crisi della Chiesa nel 1968, sia appunto l’ultimo caso circa il celibato dei preti emerso nel Sinodo dell’Amazzonia. In entrambi i casi, secondo Magister, la causa della crisi della Chiesa proposta da Ratzinger è diametralmente opposta da quella prospettata da Papa Francesco. Dopo l’intervista odierna di Scalfari a Bergoglio – finora ancora non smentita come invece avvenuto già diverse volte in passato – il caso sul libro di Sarah viene considerato “chiuso” (ovvero il ritiro della firma di Ratzinger al testo che boccia sonoramente l’ipotesi di aprire ai preti sposati) in Vaticano, ma rischia di avere strascichi tutt’altro che minimi per il futuro stesso della Chiesa. Secondo Sandro Magister «Benedetto XVI ha deciso di pubblicare una riflessione sul celibato sacerdotale prima che Francesco si pronunci con la sua Esortazione sul Sinodo dell’Amazzonia. Se ha scelto di rompere il silenzio che si era autoimposto all’ atto della rinuncia è perché ritiene particolarmente grave la situazione della Chiesa di oggi».



SANDRO MAGISTER E IL “PROBLEMA” GERMANIA

Il Papa emerito lascia la sua posizione «di ritiro e preghiera», spiega ancora il vaticanista “fuori dal coro”, per «accompagnare con la sua voce autorevole la Chiesa in un momento di grande incertezza»: l’anomalia della presenza di due Papi nella Chiesa è forse l’origine di ogni problematica “denunciata” tanto dai Conservatori quanto dai Progressisti interni al Vaticano ma per Magister ha uno sviluppo ancora ulteriore. «Benedetto XVI ha attribuito la causa degli abusi sessuali alla perdita della vicinanza a Dio di gran parte della Chiesa, mentre per Francesco la causa va individuata nel clericalismo. Quanto al celibato dei sacerdoti, Ratzinger ne ritrova addirittura nell’antico testamento il fondamento teologico, per il quale la totale dedizione a Dio è incompatibile con un’ altra dedizione assoluta com’ è quella richiesta nel matrimonio», ribadisce il vaticanista a “La Verità” puntualizzando sul fatto che ritiro della firma o meno, il testo scritto da Ratzinger sul celibato dei preti – confermato non solo da Sarah ma anche da Georg Gaenwein – resta intatto e ufficiale. Sempre secondo il vaticanista ex Espresso, i motivi dietro il “ritiro” della firma sono da rintracciare nell’entourage di Papa Francesco, nello specifico «L’adesione di papa Benedetto XVI al progetto è evidente. Non c’è stato niente di cui fosse all’ oscuro. La polemica è nata dalla volontà dei sostenitori di papa Francesco di sminuire la portata del libro e forse da una certa fragilità dell’arcivescovo Georg Gänswein, segretario di papa Benedetto XVI e prefetto della Casa pontificia, nel resistere a tali pressioni». In merito alla possibile risultanza nel documento di fine Sinodo, è durissimo il commento di Magister su Papa Francesco: «Per quanto visto in questi sette anni di pontificato non mi sorprenderei se aprisse uno spiraglio ai presti sposati, magari in una nota a piè di pagina. Da un lato potrebbe confermare genericamente la dottrina attuale, dall’altro consentire eccezioni che verranno affrontate con prassi più o meno disinvolte. È ciò che è accaduto sulla dottrina del matrimonio dopo il Sinodo sulla famiglia». Sui motivi dell’attuale “allarme” aperto da Benedetto XVI sul tema delicato del celibato dei preti viene illustrato da Magister sotto una luce diversa da quella finora raccolta da vaticanisti e “retroscenisti” in Santa Sede: il tema non è l’Amazzonia bensì l’Europa, «un’ eccezione consentita in Amazzonia o in un’ isola del Pacifico diventerebbe presto la regola in una Chiesa cattolica come quella di Germania, tra le più disastrate al mondo per declino di fedeli e di fede eppure curiosamente guardata da papa Francesco come l’ avanguardia del rinnovamento ecclesiale».

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