Dieci mesi dopo la squalifica per calcioscommesse, Sandro Tonali torna a parlare di quanto accaduto: una storia, la sua, che fa il paio con quella di Nicolò Fagioli, che allo stesso modo è stato fuori dai campi di gioco per alcuni mesi, per poi tornare a giocare a maggio con la maglia della Juventus. L’ex Milan, ora al Newcastle, ha raccontato il suo calvario in un’intervista rilasciata a Sky Sport UK: “Prima dell’errore avevo due vite, ero molto chiuso in me stesso e non parlavo mai con le persone, sia in campo di allenamento che con lo staff” rivela.



Ora, come spiega nell’intervista, si sente completamente diverso, cambiato, soprattutto con la squadra e i suoi compagni: è più aperto e dialoga con tutti, e non ha una doppia faccia come invece capitava prima. “Ora sono una sola persona, una sola. Quando parlo con il mister, sono Sandro. Quando gioco, sono Sandro. Quando torno in Italia, sono Sandro. Questo l’ho capito nell’ultimo anno e in questi 10 mesi” racconta ancora a Sky Sport. L’esperienza vissuta, per quanto drammatica, ha dunque cambiato completamente il centrocampista ex Brescia, migliorando il rapporto con il club e con i compagni.



Sandro Tonali: “Tutta la squadra mi ha sostenuto”

Nei dieci mesi di squalifica per calcioscommesse, Sandro Tonali si è trovato più volte a riflettere sugli errori fatti e in generale sulla sua carriera, sentendo una grande mancanza nei confronti del calcio, dello stadio, delle emozioni che la competizione sa dare. Tornare a giocare al St James’ Park, per Tonali, è stata un’incredibile emozione: vedere i tifosi festeggiare, felici del suo rientro, è una sensazione che difficilmente dimenticherà.

Nonostante fosse al Newcastle da pochi mesi, infatti, il centrocampista ex Brescia ha sentito il calore dei tifosi, del pubblico, dei cittadini e della società, non sentendosi mai abbandonato. Grande aiuto lo ha ricevuto anche dai compagni: “Bruno Guimaraes e Joelinton mi hanno sostenuto ogni giorno durante l’interdizione dal calcio, insieme con Trippier e il capitano Jamaal. Questi quattro sono stati quelli che mi hanno più sostenuto ma lo hanno fatto tutti i compagni e la squadra intera” conclude.