Sangiovanni, tredicesimo a Sanremo 2022 con “Farfalle”Sangiovanni
canta ‘Farfalle‘ e alla fine della seconda serata del Festival di Sanremo 2022 è terminato al tredicesimo posto della classifica provvisoria. Dovessimo compilare un disco dei giovani presenti nella competizione più attesa e criticata di sempre della televisione di Stato, potremmo chiamarlo ‘La noia’. Anche nel caso di Sangiovanni, all’anagrafe Giovanni Pietro Damian, nato a Vicenza come Madame, ma senza la follia artistica della concittadina, la canzone portata sul palco di Sanremo appare come ‘già sentita’, scorre nel pubblico in attesa di qualcosa d’altro, non aggiunge nulla di nuovo allo stile ‘talent’ di queste voci, belle e tecniche, ma con brani stereotipati, soporiferi, codeinici. La canzone di Sangiovanni è stata scritta da Alessandro La Cava, prodotta da Zef ed ITACA, è il classico up tempo melodico e rappato nel testo tanto in stile ‘Amici’, tra l’altro show nel quale Sangiovanni si è musicalmente e artisticamente formato abbandonando il liceo al quarto anno. Il successo arriverà anche per lui e anche quest’anno, ma immaginarlo come vincitore del Festival, rappresentando l’Italia in Italia all’Eurovision Song Contest, ci sembra cosa azzardata, sarebbe un autogol in casa, non possiamo permettercelo.
Sangiovanni, un testo di questa generazione
‘Farfalle‘ di Sangiovanni anche nelle liriche è come la vogliono i testi di questa generazione, con giri di parole forbiti per parlare d’amore sempre e comunque, ‘Girando gli angoli di questo mondo/ Non posso trovarmi in un luogo migliore/ Se non tra le tue braccia/ In mezzo a tutte le luci’. Perfetta anche per la carta dei celebri cioccolatini umbri dal nome di bacio, una delle migliaia di frasi che ascoltiamo tutte le sere che parlano sempre e solo di quello, amore in tutti i modi, tra l’altro raccontato da ragazzi che hanno appena diciotto, diciannove anni e l’amore ancora lo stanno scoprendo. Va bene tutto, ma dov’è finito la rabbia giovanile del tempo che fu, il male di vivere dentro, la decadenza di una scuola eighities che si esprime poi anche nel rock italiano degli anni ’90. Tutto gira attorno al cuore, che fa rima con amore, e, ascoltando questi brani, si spera sempre nel successivo, magari ridendo un po’ con Checco Zalone, ascoltando le ottime parole della co-conduttrice che davvero con poca banalità ha portato sul palco dell’Ariston il tema dell’inclusione culturale, sbadigliando con coloro che invece dovrebbero darti la scossa.