“ECCO PERCHÈ SONO ANTICOMUNISTA” (E PERCHÈ NON È IL “CLASSICO” DUALISMO COL FASCISMO): PARLA IL MINISTRO SANGIULIANO
Era diventato virale qualche giorno il fuoriprogramma del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che, con i cronisti fuori dal Parlamento, li aveva sorpresi nella risposta alla domanda «si sente antifascista?», avanzata dai giornalisti all’interno della polemica sul passato di alcuni membri di Fratelli d’Italia. In quell’occasione l’ex direttore del Tg2 aveva risposto di sì, prendendo però in mano il microfono e ribaltando il quesito ai giornalisti: «ma lei si sente anticomunista?», causando qualche imbarazzo tra i presenti. Ebbene il tema è tornato nuovamente in auge nell’ultimo editoriale firmato dallo stesso Sangiuliano per “La Stampa” provando a spiegare perché la sua “battaglia” non sia un mero scontro politico ma vi sia qualcosa di molto più profondo.
Spiegando perché continua ancora oggi a dirsi profondamente anticomunista, oltre che antifascista, il Ministro della Cultura argomenta citando diversi autori da Camus a Pasternak, da Solzenicyn fino a Conquest passando per Benedetto Croce: «il 19 settembre del 2019 il Parlamento europeo ha approvato con 535 voti a favore una risoluzione nella quale si enuncia, a chiare lettere, una netta condanna tanto del nazismo quanto del comunismo». In quell’occasione i partiti di Centrodestra votarono continuamente a favore mentre il Pd si spaccò: quel voto storico, continua Sangiuliano, portò a tale risoluzione ufficiale, «L’integrazione europea è stata una risposta alle sofferenze inflitte da due guerre mondiali e dalla tirannia nazista, che ha portato all’Olocausto, e all’espansione dei regimi comunisti totalitari e antidemocratici nell’Europa centrale e orientale».
SANGIULIANO (MINISTRO DELLA DIFESA): “IN ITALIA NON ABBIAMO AVUTO IL COMUNISMO? MA LO STALINISMO SI”
L’Europa nasce dunque come una piena risposta alle due barbarie principali del Novecento, il nazifascismo e il comunismo: per questo Sangiuliano insiste nel non considerare “sotto gamba” il tema dell’anticomunismo al giorno d’oggi. Il Ministro della Cultura raccoglie l’invito della risoluzione Ue e critica parte della sinistra che in Italia fatica ad criticare il proprio passato legato al comunismo, non solo quello filo-sovietico: «Lo storico Stéphane Courtois quantifica in 85 milioni le vittime del comunismo, nelle sue varie declinazioni geografiche, in Europa e in Asia. Un orrore cristallizzato nelle pagine del Nobel Aleksandr Solzenicyn e dello storico Robert Conquest. Su questa risoluzione occorre subito notare un certo europeismo à la carte: si è europeisti convinti quando conviene, si accantona malamente l’Europa quando non conviene». Da qui il ritorno alla domanda fatta ai giornalisti davanti al Parlamento: perché non dichiararsi anticomunisti assieme all’essere giustamente antifascisti?
«L’obiezione che spesso si muove all’idea di mettere sullo stesso piano fascismo e comunismo è quella che l’Italia ha conosciuto la dittatura fascista ma non quella comunista e che il Pci si sarebbe adoperato per la costruzione della democrazia», osserva il Ministro in quota FdI, sottolineando come per fortuna l’Italia non è stata sottoposta ad una vera dittatura comunista, «mentre ha conosciuto una nefanda dittatura fascista». Ebbene, secondo Sangiuliano, questa obiezione ha due punti deboli: da un lato infatti la condanna del comunismo non va relegata solo sul piano dell’esperienza “soggettiva” ma dovrebbe anche contenere una visione “culturale e filosofica”; dall’altro, «l’Italia non ha conosciuto la dittatura comunista, ma ha avuto il suo stalinismo e lo ha rinnegato solo tardivamente e con mille ambiguità». Qui il Ministro cita il ruolo di Togliatti, leader Pci e stretto collaboratore al Comintern di Stalin, ovvero il dittatore sovietico di cui «sono ormai dimostrate le vaste complicità nell’eliminazione fisica degli anarchici in Spagna, nella fucilazione del gruppo dirigente comunista polacco, nella tragedia degli alpini italiani e finanche nell’invio nei gulag di esuli italiani comunisti non pienamente allineati allo stalinismo». In appendice al suo intervento su “La Stampa”, il Ministro Sangiuliano ricorda come la storia d’Europa sia nata con la lotta al nazifascismo – sconfitto nel 1945 – e una seconda, contro il comunismo «prima ancora culturale e poi politica. La risoluzione del Parlamento europeo è in linea con tutto ciò e chi non si dichiara anticomunista non è in linea con i principi europei».
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— Ultimora.net – POLITICS (@ultimora_pol) January 17, 2024