Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano in un’intervista rilasciata al Resto del Carlino da Bologna ha parlato del futuro della città emiliana, oltre che di quello di Forlì, città parzialmente colpite dall’alluvione dello scorso maggio ma anche parte importante del patrimonio culturale italiano. Il ministro, infatti, per il capoluogo emiliano ha in mente un progetto fondamentale, ovvero l’apertura di un museo dell’italianità.
“Ritengo importante far nascere un percorso museale”, spiega Sangiuliano al Resto del Carlino, “che racconti soprattutto alle giovani generazioni quello che siamo in termini culturali e l’enorme contributo che abbiamo dato al mondo nelle multiformi articolazioni della cultura”. Un luogo in cui raccogliere “la civiltà italiana, la nostra identità e la sua connessione con l’umanità intera” che miri anche a tutelare il “nostro immenso patrimonio”. Nel museo dell’italianità a Bologna, spiega ancora Sangiuliano, sarà raccontato “il succedersi di tante civiltà” che ha interessato e, soprattutto, influenzato la nostra cultura, ma anche “il nostro contributo all’umanità“. Cita, per esempio, “le categorie giuridiche del diritto romano, le arti figurative”, ma anche personaggi come “Enrico Fermi, Guglielmo Marconi ed Enrico Mattei”.
Gennaro Sangiuliano: “I ricavati dei musei devoluti per ricostruire l’Emilia-Romagna”
Non solo Bologna, però, perché il ministro Gennaro Sangiuliano ci tiene anche a porre l’accento sul progetto riservato all’ex monastero di Santa Maria della Ripa a Forlì. Lì verranno ospitati, dopo aver riparato gli ingenti danni dell’alluvione, “gli archivi comunali, quello statale ma anche spazi per i giovani studenti, sale multimediali, luoghi di ritrovo e di incontro”, rendendolo di fatto un nuovo polo culturale.
E proprio in tema alluvione, il ministro Sangiuliano ci tiene a ricordare come, “su mia precisa iniziativa”, subito dopo la fine dei problemi meteorologici, “decidemmo di aumentare di un euro il biglietto di tutti i musei italiani”. I ricavati, si decise, sarebbero stati destinati “a interventi di tutela del patrimonio sui territori danneggiati”, dei quali il monastero di Santa Maria della Ripa è il primo dell’elenco, seguito immediatamente, ricorda Sangiuliano “dall’Abbazia di Santa Maria del Monte a Cesena”.