La sanità è migliore al Nord rispetto al Sud. La conferma, come riportato da Il Sole 24 Ore, arriva dal report Meridiano Sanità di The European House – Ambrosetti, che prende in considerazioni tre macro aree: lo stato di salute della popolazione, il suo mantenimento e i determinanti che incidono sulla salute, dalle abitudini personali ai fattori ambientali e socio-economici. In totale gli indicatori sono 35.



È da tenere in considerazione che la speranza di vita alla nascita di un italiano è pari a 82,5 anni (80,5 per gli uomini e 84,8 per le donne), ma ciò che interessa maggiormente in questa analisi è l’aspettativa di vita in buona salute. Essa nel 2022 era pari a 60,1 anni, ciò significa che i successivi 20,5 anni si vivono da “malati”. In molti sviluppano infatti due o più patologie croniche. La percentuale più basse è nelle province autonome di Trento e Bolzano, rispettivamente dell’11,4% e del 18,3%. Quella più alta invece è in Basilicata, pari al 25,5%.



Sanità, al Nord meglio che al Sud: tutti i dati

I dati anagrafici, tuttavia, sono soltanto una parte del report sulla sanità. Rispetto alle abitudini personali, anche quest’anno, i cittadini piu “virtuosi” vivono nella Provincia autonoma di Trento e Bolzano, mentre tutte le Regioni del Sud si collocano al di sotto della media italiana insieme a Toscana, Umbria, Marche e Liguria. Diversa la situazione per quel che concerne l’inquinamento atmosferico relativo alle polveri sottili, dove la peggiore è la Lombardia.

Le regioni del Sud però restano ben al di sotto della media anche per quanto riguarda l’offerta sanitaria attuale ma anche la la capacità di organizzarsi per fronteggiare le sfide della prevenzione, della gestione dei pazienti sul territorio e dell’accesso all’innovazione. Le Regioni che investono meno in tal senso sono Calabria, Campania e Puglia, con valori compresi tra i 2.100 e i 2.200 euro pro capite.