Sanità, la regione Lombardia stanzia 50 milioni di euro per cercare di recuperare sui tempi delle liste d’attesa, che in due anni, dal 2020 al 2022 hanno aumentato il numero delle prestazioni, visite, esami ed interventi programmati non eseguiti a causa dell’emergenza Covid. Con la delibera pubblicata, riportata anche dal quotidiano L’Avvenire sono state specificate le finalità delle risorse destinate a: “Attività di recupero delle prestazioni ambulatoriali e di ricovero ospedaliero non erogate nel periodo dell’emergenza epidemiologica da Sars-COV-2 anni 2020- 2021 e 2022“.



Un provvedimento che è necessario al recupero, e per il quale sono stati preventivamente coinvolti tutti gli ospedali e le strutture, che a fine febbraio avevano inviato un documento con in dati relativi a tutte le prestazioni rimaste congelate, comprese quelle ambulatoriali, che risultano essere in totale più di 60mila. Le tabelle hanno fornito anche i dettagli specifici sulla natura di tali interventi o esami. La maggior parte riguarda operazioni chirurgiche non complesse, a bocca, naso e gola, per la rimozione di ernie, interventi al piede, prostatectomie, tutte giudicate “non urgenti” e quindi rimandate.



Sanità, Lombardia riprogramma liste d’attesa per interventi rimasti in sospeso per tre anni causa Covid

La regione Lombardia ha stanziato 50 milioni di euro per il recupero e la riduzione delle liste d’attesa degli interventi non effettuati nei tre anni di pandemia Covid. I fondi dovranno servire al ripristino di tutte le prestazioni rimaste in sospeso, che secondo i dati inviati dalle strutture sarebbero circa 60mila. Tra questi, esami e operazioni chirurgiche, che però nel frattempo potrebbero non essere più necessarie al paziente. Perchè, come è prevedibile potrebbero essere state eseguite in regime ambulatoriale privato. Per questo gli ospedali dovranno aggiornare costantemente il numero e riprogrammare tutti i ricoveri. Attualmente ne sono stati pianificati già circa 23mila.



Resta poi la questione in sospeso, per la decisione del Tar intervenuto sulla sospensione  dei i contratti con le cooperative che forniscono dipendenti gettonisti. Sul tema si è espresso il presidente Attilio Fontana, che ha dichiarato che il reclutamento di medici, soprattutto specialisti in medicina d’urgenza proseguirà, per far fronte alle carenze di personale nei pronto soccorso. E specificando che la regione presenterà ricorso al Consiglio di Stato.