Il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana è intervenuto ai microfoni di Radio Uno Rai per la trasmissione Giù la maschera, durante la quale è stato affrontato il tema della sanità e dell’emergenza medici di base che non sono in numero sufficiente per coprire le esigenze dei cittadini. Un problema che va affrontato in maniera incisiva, e sul quale bisogna lavorare anche a livello regionale, insieme ad una soluzione per quanto riguarda la questione prenotazione di prestazioni sanitarie.



Per migliorare il servizio, Fontana afferma che c’è un programma per istituire un centro unico di prenotazione per evitare il problema del “no show“, cioè quando un cittadino prenota più esami contemporaneamente per verificare quando sarà il primo appuntamento utile, senza cancellare le prestazioni già registrate magari nell’ospedale sotto casa, solo perchè in un altra struttura più distante c’è disponibilità in un giorno precedente. “Questo va a discapito di tutta la cittadinanza“, dice il Governatore e per rendere effettivo il progetto “Si lavorerà ad un sistema che cancellerà automaticamente i doppioni“.



Carenza di medici di base, Fontana: “Specializzandi al primo anno gestiranno 1000 pazienti”

I medici di base sono troppo pochi, in tutta Italia, e c’è grave carenza anche in ambito ospedaliero, specialmente nel settore della medicina d’urgenza. Il problema ora va risolto con incentivi e borse di studio, ma anche cambiando completamente il sistema delle specializzazioni universitarie. Fontana conferma che la Lombardia sta cercando di affrontare la situazione garantendo borse distudio “anche quest’anno abbiamo messo a disposizione un certo numero di borse per la specializzazione ma poco più del 50% è stato coperto“. Per questo servirà un intervento dallo Stato che possa aiutare tutte le regioni ad aumentare il numero dei medici di base per i pazienti, accelerandone le attività già in fase di fine ciclo di studi universitari:”abbiamo previsto che i medici di base specializzandi al primo anno possano iniziare ad assistere un certo numero di pazienti pari a mille e quelli del secondo e del terzo anno possano iniziare ad assistere fino a 1.500 pazienti”

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