Il primo aprile 2024 sarebbe dovuto entrare in vigore un nuovo pacchetto di prestazioni gratuite, ma così non è stato. Stando a quanto scrive Il Sole 24 Ore si tratta di prestazioni che riguardano milioni di persone che avevano atteso per sette anni il nuovo pacchetto di livelli essenziali di assistenza, i LEA, cure garantite dal Servizio sanitario nazionale ai cittadini gratuitamente, o dietro pagamento di un ticket, che entreranno però in vigore solo nel 2025.
Fra queste cure troviamo le prestazioni di procreazione medicalmente assistita, ma anche l’inserimento di più di cento patologie nell’elenco di malattie rare, quindi “la diagnosi e il monitoraggio della celiachia, il riconoscimento dell’endometriosi come malattia invalidante, gli screening neonatali per alcune patologie come la Sma, diversi ausili informatici e di comunicazione per disabili, ma anche esami e viste per tener sotto controllo i disturbi alimentari come bulimia e anoressia che allarmano tante famiglie o l’adroterapia, un nuovo tipo di radioterapia innovativa che si avvale degli ioni carbonio o dei protoni per il trattamento di alcuni tumori”, precisa il quotidiano.
SANITÀ, RINVIATO AL 2025 IL NUOVO PACCHETTO DI LEA: ECCO COSA E’ SUCCESSO
Questo lungo elenco di Lea sarebbe dovuto entrare in vigore nella giornata di due giorni fa, 1 aprile, dopo che gli stessi erano già slittati di tre mesi visto che il lasciapassare era giunto il 1 gennaio scorso. Ma il tutto è stato rimandato al prossimo 1 gennaio 2025. Una vera e propria beffa per gli italiani, causata dall’entrata in vigore del nuovo tariffario delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e dalla protesica, che sarebbe appunto dovuto scattare l’1 aprile.
Dopo le proteste di alcune associazioni della Sanità privata accreditata e dei laboratori, contro la riduzione dei rimborsi per le strutture, alla fine il Governo e le Regioni hanno deciso di rinviare il tutto. La Ragioneria dello Stato aveva suggerito di far entrare in vigore il primo aprile le nuove cure gratuite, modificando poi in seguito le tariffe troppo basse, ma l’esecutivo ha optato per la scelta più radicale.
SANITÀ, RINVIATO AL 2025 IL NUOVO PACCHETTO DI LEA: LE PAROLE DI SCHILLACI
Il decreto risale al 2017 quando erano state riviste tutte le tariffe di visite, esami e protesi, con il nuovo pacchetto Lea, decreto che però non era mai entrato in vigore fino all’aprile dell’anno scorso, dopo lo sblocco del ministro della salute Schillaci, che aveva parlato nell’occasione di «giorno importante» per gli italiani e di «segnale fortissimo che va nella direzione di superare le diseguaglianze fra le regioni».
Ad oggi, però, i livelli essenziali di assistenza disponibili in Italia sono gli stessi del 2001 tranne alcune Regioni che hanno deciso di garantire alcune prestazioni dei Lea aggiornato al 2017 tramite fondi propri. A pagare sono quindi ancora una volta i cittadini, «che non potranno accedere alle prestazioni, anche innovative, previste dai Lea del 2017 o potranno farlo soltanto in alcune aree del Paese, laddove i conti delle regioni lo permettono», ha commentato la segretaria nazionale di Cittadinanzattiva Anna Lisa Mandorino.