Mario Giordano con la sua redazione della trasmissione Fuori dal Coro ha scoperto la soluzione per le infinite liste d’attesa della sanità, anticipata in vista della diretta serale sulle pagine del quotidiano La Verità. Una soluzione non certo ingegnosa, perché come spiega il giornalista è previsto dal nostro stesso ordinamento legislativo, con un testo varato nel 1998 ed entrato ufficialmente in vigore il 29 aprile dello stesso anno.



La legge numero 124, appunto del ’98, regola proprio le liste d’attesa della sanità, definendo chiaramente che “qualora l’attesa della prestazione richiesta si prolunghi oltre il termine fissato, l’assistito può chiedere che venga resa nell’ambito dell’attività libero professionale“. La parte più interessante, però, è quella successiva, perché sottolinea che nel caso in cui si sia costretti a ricorrere all’alternativa della libera professione, si potrà porre “a carico della Asl l’intero costo della prestazione“. Per dirlo in altri termini, chi a causa delle liste d’attesa infinite nella sanità si vedesse ritardata una prescrizione oltre il termine fissato dal medico di base, potrà ricorrere gratuitamente agli ospedali o alle cliniche privati, addebitando il costo al Servizio Sanitario Nazionale (con esclusione, nel caso sia previsto, del cosiddetto ticket), senza alcuna esclusione di sorta basata sul reddito o altri indicatori.



Sanità: la legge dispone anche l’impossibilità di chiudere le liste d’attesa

Secondo Mario Giordano è chiaro perché la legge 124/98 sia tenuta, per così dire, nascosta: i costi per la sanità sarebbero enormi, soprattutto a fronte delle attuali liste d’attesa che si protraggono anche oltre i due anni dall’effettiva prescrizione, anche in casi gravi o gravissimi. Il tutto, ovviamente, ricade sulle spalle dei pazienti, costretti ad attendere (talvolta fatalmente) o a sobbarcarsi integralmente i costi delle prestazioni private, mentre una legge li tutelerebbe.

Come se non bastasse, però, la redazione di Fuori dal Coro ha scoperto un’altra violazione che la sanità ormai quotidianamente compie, sempre sulla spinosa questione delle liste d’attesa. Secondo la legge 23 del 2005, infatti, “alle aziende sanitarie e ospedaliere è vietato sospendere le attività di prenotazione delle prestazioni”. Significa che in nessun caso e per nessuna ragione, le liste d’attesa della sanità pubblica possono essere chiuse da ospedali e Asl. Da Modena, passando anche per Cagliari, Brindisi, Padova, Livorno e sicuramente decine di altre città, tuttavia, hanno numerose liste d’attesa bloccate, con Ferrara in testa dove non si possono prenotare 21 delle 37 prestazioni erogate in città.