Continua a preoccupare il burnout del personale sanitario, anche a pandemia ormai quasi terminata. Dal Governo si continua a pensare a misure per ridurre lo stress di medici e infermieri, per evitare carichi di lavoro eccessivi e meno sicurezza. Anche il ministro della Salute Orazio Schillaci lo ha ribadito nel suo intervento al Congresso Fadoi, la federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti: “Come ben sapete, la valorizzazione del personale sanitario è un tema che ho riportato al centro dell’agenda politica del governo. Le misure inserite nel decreto bollette costituiscono un primo passo in questa direzione ed altri ne compiremo nel corso della legislatura. Ma l’impegno è quello di riuscire a far sì che tutto il nostro personale sanitario si senta gratificato nella sua professionalità, che nessun medico o infermiere si senta sopraffatto dallo stress”.



Il ministro ha poi aggiunto: “Oltre alla valorizzazione economica, occorre rendere più attrattivo il Servizio Sanitario Nazionale intervenendo sulla riorganizzazione dei modelli, lavorando ad una maggiore appropriatezza prescrittiva e a un miglior utilizzo dei posti letto. Una sfida che richiede il contributo di tutti e che mi auguro porteremo avanti insieme”. Si lavora, dunque, alla riorganizzazione del servizio sanitario con varie misure.



L’allarme: sempre più medici fanno i gettonisti

Il miglioramento del sistema sanitario nazionale comincia dall’adeguamento del trattamento economico ma non solo. Si parla anche di alleggerire i turni di lavoro con l’inserimento degli specializzandi nelle corsie, norma che già esiste da tempo ma che non viene attuata per via delle università, che spesso si oppongono all’assunzione da parte degli ospedali nei confronti dei propri studenti. Tra le misure già varate anche lo stop al vincolo di esclusività per le professioni sanitarie fino al 31 dicembre 2025 e l’incremento della tariffa oraria delle prestazioni aggiuntive nei servizi di emergenza-urgenza. Tutto questo potrebbe però non bastare.



Alessandro Vergallo, presidente nazionale Aaroi-Emac, Associazione anestesisti e rianimatori ospedalieri – Emergenza Area Critica, come riporta Il Messaggero ha sottolineato che “Il decreto bollette manifesta una buona intenzione per trovare soluzioni a una situazione tragica di tutta l’area critica. Ma non dimentichiamo che molti colleghi rischiano di andare in burnout anche a causa dei turni che aumentano per scarsità di personale. La scelta di fare il gettonista, al di là degli aspetti economici, cresce a dismisura perché consente una conciliazione migliore dei ritmi famiglia-lavoro“. Anche Giovanni Migliore, presidente della Fiaso, ha spiegato che “La dispersione delle risorse è spesso frutto di tante difficoltà. Servono più risorse, ma dobbiamo anche riorganizzare meglio l’offerta sul territorio”.