Si è svolto ad Ancona lo scorso 10-11 ottobre, ospitata dal ministro della Salute Orazio Schillaci, la riunione degli analoghi ministri degli Stati membri del cosiddetto G7 Salute, con la partecipazione del commissario europeo per la Salute e la sicurezza alimentare, dei ministri della Salute di Albania, Brasile, India, Sudafrica e Arabia Saudita, nonché dei rappresentanti di organizzazioni internazionali quali la Fao, l’Oms e l’Ocse.



Il Gruppo dei Sette (G7), come noto, è un forum informale che riunisce Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti d’America, ed al Gruppo partecipa anche l’Unione Europea. Istituito come piattaforma di cooperazione economica e finanziaria in risposta alla crisi energetica del 1973, negli anni il forum ha progressivamente ampliato i suoi obiettivi, e da incontro ad hoc per discutere le sfide finanziarie si è trasformato in una sede più formale per affrontare le principali questioni globali legate a temi complessi.



Ogni anno uno degli Stati membri assume a rotazione la guida del Gruppo e con questa responsabilità svolge un ruolo fondamentale nella definizione dell’agenda e nell’individuazione delle priorità. Per quanto riguarda la salute, con l’obiettivo di individuare strategie dirette ad affrontare adeguatamente le crisi e le sfide attuali che hanno gravi costi sociali ed economici, contrastando le disuguaglianze e promuovendo la salute come valore e punto di forza delle nostre società, sono stati individuati dall’Italia tre temi:

– Architettura sanitaria globale e prevenzione, preparazione e risposta alle pandemie;



Invecchiamento sano e attivo attraverso la prevenzione lungo tutto l’arco della vita e l’innovazione;

– Approccio One Health, con particolare attenzione alla resistenza antimicrobica.

Al termine dell’incontro i ministri della Salute del G7 hanno sottoscritto un comunicato nel quale sono stati declinati gli impegni che intendono affrontare relativamente ai tre temi individuati. Inoltre, nel mese di novembre, una conferenza attuativa (“Implementation conference”) sulla resistenza antimicrobica chiuderà l’agenda dei lavori del G7 Salute italiano.

Il comunicato è piuttosto lungo (90 affermazioni per un totale di 23 pagine) per cui nel seguito ci si limita a riportare gli impegni più rilevanti che si riferiscono alle 9 affermazioni conclusive contenute nel capitolo chiamato “Preambolo”, che inizia con la condanna dell’aggressione russa all’Ucraina e dell’attacco terroristico di Hamas ad Israele del 7 ottobre 2023, e con la preoccupazione per la situazione in Libano e Sudan.

Per quanto riguarda nello specifico la salute il primo impegno preso dai ministri riguarda l’accelerazione del progresso per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile relativi alla salute assicurando vite salubri e promuovendo il benessere per tutti a tutte le età attraverso la copertura sanitaria universale, politiche di prevenzione lungo tutto l’arco della vita, nonché lo sviluppo e l’adozione di innovazioni sanitarie e di nuove tecnologie capaci di affrontare gli impatti sulla salute dei cambiamenti demografici e le esigenze sanitarie di una popolazione che invecchia.

Il secondo impegno riguarda il diritto di tutte le persone di ottenere i più alti standard raggiungibili di salute fisica e mentale. A tale scopo, traendo insegnamento dalle passate emergenze sanitarie globali, occorre promuovere la salute come valore per le nostre società, investendo nella prevenzione, nella preparazione e risposta alle emergenze sanitarie, promuovendo la produzione locale di prodotti sanitari, l’accesso equo a servizi sanitari di qualità nonché la disponibilità di contromisure mediche sicure, efficaci, di qualità garantita e a prezzi accessibili.

Un altro impegno ha a che fare con la necessità di affrontare i determinanti economici, sociali e ambientali delle malattie, con particolare attenzione ai gruppi più vulnerabili e svantaggiati. Inoltre viene sottolineato l’impegno a promuovere la salute sessuale e riproduttiva per tutti e a far progredire la salute materna, dei neonati, dei bambini e degli adolescenti, soprattutto per coloro che si trovano in condizioni di vulnerabilità.

L’ultimo impegno riguarda la lotta all’antibiotico resistenza, alla diffusione delle malattie infettive trasmesse all’uomo dagli animali, e alla crisi planetaria causata dal cambiamento climatico, dall’inquinamento e dalla perdita di biodiversità: per questo occorre un’attuazione efficace dell’approccio One Health.

Tutti questi impegni, conclude il “Preamble”, richiedono di lavorare insieme per un futuro più sano in tre direzioni: il rafforzamento della architettura della salute globale e della prevenzione delle pandemie (preparazione e risposta), l’invecchiamento sano e attivo attraverso la prevenzione lungo tutto l’arco della vita e l’innovazione, l’implementazione dell’approccio One Health con una focalizzazione sulla antimicrobico resistenza ed il cambiamento climatico. I dettagli di questi impegni sono specificati nelle altre 81 affermazioni (divise in tre capitoli) che costituiscono (dopo il preambolo) il documento sottoscritto dai ministri della Salute degli Stati membri del G7.

Si tratta di impegni, quelli presi dai ministri della Salute, di tipo molto generale che necessitano di essere resi operativi (“messi a terra” come si usa dire adesso). A questo scopo dovrebbero servire le “Implementation conferences” come quella già prevista a novembre sul tema della antimicrobico resistenza. Vedremo nei prossimi mesi/anni se questi impegni generali avranno la capacità di diventare attività ed opere concrete, soprattutto per quei territori dove il bisogno sanitario è maggiore, o se rimarranno (come di fatto sono al momento) solo delle buone e lodevoli intenzioni.

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