Tra la Finlandia e la Russia correrà un muro anti-migranti lunga 260 chilometri. Ne dà annuncio la premier finlandese Sanna Marin e sarà la prima barriera con questo scopo a essere istituita da un governo progressista. L’obiettivo, dichiarato dalla stessa premier alla stampa, è garantire che negli anni a venire avvenga un adeguato controllo delle frontiere tra i due Paesi.



Nonostante le passate critiche dell’Unione Europea alle barriere anti-migranti, come quella realizzata dal premier ungherese Viktor Orbán nel 2015 per fermare l’afflusso di migranti dai Balcani, al confine con Serbia e Croazia, il progetto di Sanna Marin non ha trovato la stessa opposizione. Come analizza Il Corriere della Sera, l’assenza di critiche si può spiegare considerando che il muro al confine fra Finlandia e Russia risponderà alla guerra iniziata da quest’ultima in Ucraina. Nello specifico, risponderà alla possibile minaccia di utilizzare i flussi migratori come strumenti di destabilizzazione degli altri Paesi, proprio come fece la Bielorussia quando spinse i flussi migratori in direzione della Lituania e della Polonia.



Sanna Marin annuncia muro anti-migranti fra Russia e Finlandia: come sarà fatta

La guerra in Ucraina è iniziata il 24 febbraio scorso e da questa data ha visto circa 40mila profughi cercare rifugio nel territorio della Finlandia. I confini sono invece rimasti chiusi per i cittadini e i turisti russi, nel timore che potessero costituire una minaccia per la sicurezza nazionale. Al momento, la Finlandia consente l’accesso al proprio territorio ai cittadini russi soltanto nei confronti dei dissidenti, degli studenti e delle famiglie che si ricongiungono. E pensa alla costruzione del muro anti-migranti per limitare l’accesso di altri profughi entro i propri confini.



Nella pratica, il muro anti-migranti annunciato dalla premier Sanna Marin si presenterà come una recinzione metallica sormontata dal filo spinato. Lungo il lato meridionale del confine con la Russia saranno disposti sensori e telecamere di sorveglianza, per un tratto compreso tra la Norvegia e il Mar Baltico che è considerato il più “a rischio” di una migrazione di massa dalla Russia. La Finlandia conferma così la scelta di uscire dalla sua posizione di neutralità che ha mantenuto dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando si è adoperata per mantenere l’equilibrio tra il Vecchio Continente e la Russia. L’ingresso della Finlandia nell’alleanza NATO segna la definitiva rottura con il passato ed è stato reso possibile quando, il 28 giugno, la premier Sanna Marin ha accettato di estradare in Turchia i curdi rifugiati in Finlandia, ottenendo così il ritiro del veto da parte della Turchia stessa.