Dopo il flop durante la pandemia Covid, il colosso farmaceutico Sanofi prova a riscattarsi, puntando ancora sui vaccini. L’azienda francese ha annunciato di puntare ad un fatturato di 10 miliardi per la sua divisione vaccini nel 2030, contro i 7,2 miliardi di euro dell’anno scorso. Per raggiungere il suo obiettivo, prevede di avviare la sperimentazione di fase 3 per almeno cinque programmi di vaccini entro l’anno prossimo. «Un ritmo nuovo per Sanofi», evidenzia un portavoce dell’azienda, visto che l’ultimo programma di vaccini con cui avevano raggiunto la fase 3, rilevante per arrivare all’approvazione, risale a diversi anni fa, fatta eccezione per il vaccino contro la bronchiolite, Beyfortus, che è stato approvato in Europa lo scorso novembre.
Solo due anni fa, Sanofi aveva registrato una grave battuta d’arresto nello sviluppo di un vaccino anti Covid basato sulla tecnologia a mRNA, accontentandosi alla fine di sviluppare un agente “classico” basato su proteine virali insieme al produttore britannico Glaxo-Smith-Kline. Ora sostengono di aver «sviluppato una piattaforma competitiva a base di mRNA con efficacia e termostabilità migliorate». Jean-François Toussaint, responsabile della ricerca presso la divisione vaccini di Sanofi Pasteur ha aggiunto: «Con l’aggiunta dell’mRNA, ora disponiamo del più ampio kit di strumenti di sviluppo del settore».
SANOFI INVESTE SULLA DIVISIONE VACCINI
Ora Sanofi punta a ricoprire un ruolo di primo piano grazie al vaccino contro il virus respiratorio sinciziale nei neonati e nei bambini piccoli, che ha riempito gli ospedali in Germania lo scorso inverno. Più in generale, l’azienda francese ha individuato nei vaccini per bambini e adolescenti i futuri fattori di crescita, oltre ai settori dell’influenza e della meningite. Gli investimenti nel settore dei vaccini stanno dando i loro frutti, con un’ulteriore espansione delle attività di ricerca e sviluppo sui vaccini, «compreso il rapido sviluppo di una piattaforma mRNA all’avanguardia combinata con un’impronta globale di competenze industriali e commerciali», ha dichiarato Paul Hudson, CEO del gruppo da settembre 2019.
Per quanto riguarda il vaccino antinfluenzale quadrivalente a tecnologia a mRNA, un portavoce di Sanofi ha rimarcato che i risultati delle sperimentazioni «hanno mostrato gli stessi risultati di Moderna: buoni sui ceppi A, ma meno efficaci dei vaccini attuali sui ceppi B». Pertanto, si ritiene che probabilmente l’attuale versione del vaccino a base di mRNA non è adatta all’influenza, quindi si sta lavorando a una nuova generazione di vaccini.