E rieccoci ancora una volta a Sanremo. Dopo una fuga di notizie anticipate dal settimanale Chi, la Repubblica si affretta a intervistare Amadeus, direttore artistico del Festival 2020, per farsi dire i nomi degli artisti selezionati e strappare qualche anticipazione. La cronaca del quotidiano è questa: “Tre sono miei ospiti qui a Potenza: Marco Masini, il tenore pop vincitore di Amici Alberto Urso e un’esplosiva Elettra Lamborghini. Poi al Festival ci saranno Achille Lauro, Anastasio il vincitore di X Factor, la coppia Bugo e Morgan, Diodato, Elodie, Enrico Nigiotti, Francesco Gabbani, Giordana Angi da Amici, Irene Grandi, Le Vibrazioni, Levante, il rapper Junior Cally, Michele Zarrillo, Paolo Jannacci, Piero Pelù alla sua prima volta, i Pinguini Tattici Nucleari, il rapper Rancore, Raphael Gualazzi e Riki, altro ex di Amici”.



Dopo aver snocciolato l’elenco, Amadeus tiene a sottolineare che questo sarà il Festival dell’imprevedibilità… E già su questo Yoda ha più di un dubbio. Innanzitutto Amadeus stesso è una sorta di icona dell’intrattenimento, sempre uguale a se stesso come una mummia (senza offesa, eh), il che è certamente una garanzia per il pubblico di RaiUno, che ama l’usato sicuro. Inoltre, affermare che diversi cantanti provengono dai talent è un altro controsenso, perché invece che imprevedibili questi sono ben noti al pubblico che li ha ascoltati e stravotati.



“Ho badato soltanto alle canzoni, che fossero dei pezzi radiofonici, delle potenziali hit. Ho pensato a un Sanremo attuale, a brani da scaricare domani su Spotify, non il classico pezzo soft sanremese: sono canzoni dolci e romantiche ma hanno ritmi scatenati”. Ahi, ahi, tutto da vedere, visto che si annunciano molti rap, che sono assai difficili da distinguere l’uno dall’altro. Non sarà mai che il quasi sessantenne Amadeus voglia fare a tutti i costi il giovanilista? Corre un rischio, visto che il pubblico di RaiUno ha ben più della sua età…

Che dire poi di un’affermazione che sembra una vera e propria excusatio non petita?: “Non so neanche di quali case discografiche fossero i 22 cantanti che ho scelto sugli oltre duecento che ho ascoltato. Non ho mai avuto secondi fini, faccio ciò che mi diverte pensando al mercato discografico. Non ho guardato in faccia a nessuno, alcuni non li conoscevo neanche”. Già con questa affermazione sembra contraddirsi, e poi è proprio difficile pensare che mamma Rai non gli abbia fatto presente il necessario rispetto dei soliti equilibri “del mercato”. Per esempio, non poteva mancare un artista della onnipotente Caselli, Raphael Gualazzi, uno che Yoda considera modestino modestino…vedremo.



Naturalmente non potevano mancare scelte fatte esclusivamente per creare polemiche, come quella di invitare la notoriamente faziosa suffragetta Rula Jebreal (che c’entra poi una giornalista con il Festival…) che qualsiasi cosa dica ci aggiunge sempre un pungiglione velenoso contro i razzisti-sovranisti-sessisti-populisti-omofobi, che per lei sono tutti quelli che non stanno a sinistra. Naturalmente in rete molti si stanno scatenando, Scalfarotto e Faraone la difendono (c’era da dubitarne?), mentre Capezzone e altri lamentano l’invasione del solito politically correct. Anche qui, vedremo, perché anche queste cose dipenderanno un po’ da come andranno le elezioni in Emilia Romagna.

Per finire sull’imprevedibilità, a Yoda pare che Benigni e Fiorello siano il massimo del prevedibile, o meglio dell’usato sicuro. Certamente pronti di battuta e capaci di improvvisare, sicuramente il meglio che c’è in giro. Già abbiamo visto che con il pure assai riuscito lancio di Raiplay Fiorello non ha fatto altro che riportare la sua cifra di TV generalista anche sulla rete, il che non pare un gran progresso.

Ma che si vuole alla fine? Tutte le ricerche sociali dicono che gli italiani non hanno più fiducia nel futuro, e quindi non resta loro che svagarsi con un po’ di panem et circenses, senza esagerare. Già Amadeus ha promesso tanto rap… auguri alle vostre orecchie terrestri.