L’umorismo secondo la televisione italiana deve essere sguaiato, cinico, offensivo, maleducato. Ce lo insegnano ormai da anni, lo vediamo in tutte le trasmissioni. “I comici mi rendono triste” cantava anni fa Francesco De Gregori, che aveva subito colto questo aspetto.

Succede così che durante la prima puntata del Festival di Sanremo 2022 la coppia ormai obbligatoria da tre anni a questa parte (come se non ci fossero alternative) Amadeus-Fiorello si inventi uno sketch che secondo la logica di questo festival, come detto ormai alla nausea dagli organizzatori e dai direttori di Rai1 deve essere “spensierato, portare gioia, divertimento” di fronte ai dolori della realtà (leggasi Covid, morti e quant’altro). Be’, già su questo ci sarebbe da discutere, se bisogna anestetizzarsi dalla realtà per cinque giorni per poi tornarvi.



Lo sketch in questione lanciato da uno scatenato Fiorello era quello di “trasformare” le canzoni tristi in canzoni “divertenti”. Come diceva un altro grande della musica, Elton John, “le canzoni tristi dicono così tanto (…) ti raggiungono nella tua stanza, fanno sentire il loro tocco gentile quando ogni speranza se n’è andata”, quindi non sono qualcosa di deprimente, anzi, confortano. Trasformarle in canzoni divertenti significa invece abbruttirle e abbruttirci, cancellare noi stessi e fare i cretini. In questa ultima cosa Amadeus e Fiorello ci sono riusciti benissimo, fare i cretini.



A tempo di samba muovendosi come scimmioni, hanno improvvisato un medley di varie canzoni. Peccato che abbiamo avuto il pessimo, bruttissimo e maleducato gusto di inserire anche un pezzetto di Vedrai vedrai di Luigi Tenco.

Non bisogna avere 80 anni per ricordarsi chi è Luigi Tenco, soprattutto sei sei il presentatore del Festival di Sanremo. Tenco nel 1967 cantò proprio a Sanremo, proprio a questo Festival, e dopo la sua esecuzione di Ciao amore ciao, per essere stata eliminata dalla finale, andò in camera sua e si uccise.

Chissà cosa avranno pensato i parenti di Tenco. Il cantautore era accusato anche quando era in vita di essere “triste” e insomma di essersela cercata “osando” cantare una canzone così al festival dei fiori, dove bisogna essere tutti un po’ stupidi da sempre.



Cari Fiorello e Amadeus, una mancanza di tatto così non ce la aspettavamo proprio, che delusione. E che tristezza il vostro sketch, altro che divertimento.