Terza serata del Festival: ci prepariamo a vedere sul palco dell’Ariston tutti e 28 i big in gara che questa volta saranno valutati dalla giuria demoscopica e dal televoto, con un valore del 50%. Al fianco di Amadeus e Gianni Morandi come co-conduttrice la campionessa di volley Paola Egonu.
Alla fine della serata avremo una media dei voti della giuria demoscopica e del televoto con quelli precedenti della sala stampa e verrà così definita una nuova classifica complessiva.
Superospiti della serata, i Maneskin, mentre slitta a domani sera per un problema fisico la presenza di Peppino Di Capri e il suo premio alla carriera. Sul palco arriverà anche Sangiovanni che canterà con Morandi il successo senza tempo Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte/, nella versione 2.0 prodotta da Shablo. Massimo Ranieri canterà Lasciami dove ti pare e lancerà con Rocio Munoz Morales il prossimo spettacolo Rai del sabato sera. Annalisa allieterà il Suzuki Stage in piazza Colombo, mentre sul palco sul mare della Costa Smeralda è atteso Gué.
Iniziano Paola & Chiara con la loro Furore: pezzo dance, collaborazione con Mark & Kremont, aggiornamento puntuale di Vamos a bailar. Gli anni che passano sono testimoniati dalla coreografia decisamente ingessata. Rischiano qualcosa atterrando sui ballerini. Arrangiamento riuscito, si sentirà molto in radio, vocalità aiutata dalla bravura dei coristi (mi sa che verrà fuori spesso…). Due concerti in vista fra aprile e maggio, Roma e Milano.
È il turno di Mara Sattei con Duemilaminuti, la sorellina del supremo trasformatosi in Thasup si conferma in ambito melodico, ma non rinuncia al flow. La sala stampa l’ha piuttosto premiata, forse notando una certa varietà sia melodica che armonica. Sul pezzo c’è anche la firma di Damiano dei Maneskin e lei vocalmente regge e piace. Segue Rosa Chemical – Made in Italy. Bah. Ne hanno parlato così tanto che non so cosa dire. La canzone su due accordi erede di Pa pa l’americano e uno sproloquio sul sesso libero. 60 anni fa era già così con un po’ di piercing in meno. Da due passiamo a tre più siamo e meglio è lo diceva già David Crosby nei primi ’70, pace all’anima sua. Avanti.
Come si dice, molto hype intorno al ritorno di Gianluca Grignani con Quando ti manca il fiato, ma mi sa che tutti aspettano Destinazione Paradiso domani sera. Musicalmente si sente un palese richiamo alle chitarre di Massimo Luca sulla Storia fra le dita, non a caso portate in primo piano quando la voce (a stento) prova a picchiare un po’ di più. La canzone ha spessore, varietà melodica e armonica, arrangiamento orchestrale possente e ben condotto da uno dei superstiti “direttori-veramente-musicisti” Enrico Melozzi. Brano volutamente epico, a mio parere riuscito e azzeccato. Con un colpo di scena, stasera, quando l’artista interrompe la performance perché non sente la sua voce. Messaggio trasversale ed esplicito a Blanco e sorta di redenzione per se stesso. Puzza un po’ di telefonato.
Dopo l’ingresso di Paola Egonu, è il turno di Levante con Vivo. Ok, snelliamo un po’ i commenti sennò non finiamo più. Qui mi sembra tutto sbagliato, look aggressivo, canzone che racconta un momento di crisi, ma che mi risulta un po’ sguaiata. Ma sarò io, vedrete, la sentiremo da tutte le parti.
Bella sorpresa invece Tananai con la sua Tango che l’anno scorso non ne aveva beccata una. Un brano melodico, non me lo aspettavo, ma lui ci sta a suo agio. La melodia del ritornello è aiutata dalle coriste all’ottava sotto, ma lui c’è. (E poi cita i Police in rima con la police e con i jeans). Bravo.
Ed ecco Lazza con Cenere: il dio del freestyle (e non solo) a Sanremo mi incuriosisce molto… e tutto sommato la canzone è ben costruita, l’assenza dell’autotune fa sperare che presto anche altri ci rinuncino, ammesso che sappiano cantare come Lazza. Non so quanto la riascolterei, ma io sono vecchio e devo dire che il brano funziona e farà molto ballare.
Arriva LDA e la sua Se poi domani. LA – MI – FA#minore – RE, o se preferite I – V – VI – I, la progressione di accordi più usata per scrivere canzoni negli ultimi anni (ma anche da Let It Be a Torn), il figlio d’arte canta e nel suo genere convince, ma la canzone è una copia di Perfect di Ed Sheeran. E lasciamo spazio ai superospiti Måneskin sui quali non aggiungo altro: incoronazione con premio, Tom Morello sul palco e il cerchio si chiude.
Riapre Madame con Il bene nel male, si mette nei panni di una prostituta e ne racconta la storia intricata. Lei è parte del linguaggio attuale della canzone italiana, in un arrangiamento da club. Promossa a pieni voti, anche dalla sala stampa che l’ha spinta al terzo posto, vedremo il resto delle giurie stasera. Stacco di Annalisa dal freddo di Piazza Colombo con la sua Bellissima, a cui segue Ultimo, che invece è meno in alto di quanto ci si aspettasse con la sua Alba, forse perché un po’ già molto cliché di se stesso. Canzone suo genere, che si schiaccia un po’ fino a dopo la metà e poi urlata finale strappa-sentimento, per non dire altro, con picco di epicità prima della frenata finale. Forse facile pronosticare un balzo in classifica grazie ai voti del pubblico.
Elodie manifesta la solita grande classe e presenta la sua Due, pezzo che cammina deciso nel ritornello, vocalità prorompente, come è noto, sensualità assicurata e diversi passaggi in falsetto, ma subito ripresi a voce piena, il che dimostra buona padronanza vocale. Non penso sia una canzone memorabile, ma è cantata bene e arrangiata meglio, piglia e avvince. Le cose sono due: lacrime mie o lacrime tue resta abbastanza in testa, ecco.
Devo essere sincero, Mr. Rain l’ho visto per la prima volta sulle pagine di Sorrisi e Canzoni, dove sto sfogliando i testi delle canzoni. Colpa mia. Un po’ caricata di effetto-sentimento dalla presenza dei bambini sul palco, la sua Supereroi tuttavia c’è, tipica ballata di speranza vagamente utopica, mi resta siamo invincibili vicini.
Giorgia invece continua a pagare pegno al suo grande problema: non trovare più grandi canzoni. Questa, Parole dette male, diciamolo è modesta; lei la impreziosisce con le sue doti vocali, che pure manifestano qualche piccolo cedimento. Stavolta per me non è no, ma un grosso bah, anche se molto meglio stasera della prima esibizione. Procediamo: ascoltare Non mi va dei debuttanti milanesi Colla zio fa capire subito perché abbiano scelto (loro o il loro staff) Salirò per il duetto di domani. Non mi va (a parte il medesimo numero di sillabe nel titolo) ne è un po’ la versione aggiornata. Comunque sia tengono bene il palco e cantano di brutto, complimenti e avanti (fra l’altro anche la posizione in classifica niente male, vedremo dopo!).
Ed ecco il vincitore annunciato: a dieci anni dall’Essenziale, Marco Mengoni porta una canzone sfaccettata, cantata con professionalità totale e sentimento. Come tutto o ti piace, oppure no. Ma il tutto sta in piedi, anche qui non so se è una canzone che resterà, ma è solida e ben scritta, figlia di Mengoni e di quest’epoca. E si vola con il drone sulla Costa Crociere. Pubblicità e poi Guè dalla piscina.
Squadra che vince si cambia, nel senso che il duo Colapesce Dimartino andava riproposto dopo il grande successo, ma Splash non è proprio musica leggerissima. Una specie di piccolo melodramma, una commedia vagamente esistenziale, resa drammatica dall’orchestrazione. Un po’ ostici certi accordi e certi passaggi della melodia, ma potente e molto “battistiana”, come è tipico dei due, specialmente uno e lui sa chi è.
Non so se formulare l’ipotesi di una scaletta studiata anche a questo pro, ma pare proprio un momento esistenziale, con il monologo di Paola Egonu fra la storia dei due precedenti e quella dei due seguenti che saranno i Coma Cose, che raccontano anche loro una vicenda personale. Sul monologo giudicate voi, su L’addio: coppia nella vita e coppia artistica, prima poi la crisi c’è e loro decidono di metterla in piazza. Fra la voce convincente di lei e quella un po’ ondeggiante di lui, mi colpisce l’efficacia di certe immagini. La canzone scorre con un ritmo lento, qualcuno ha scritto “alla Coldplay”, ma piano con le parole. Comunque scorre, passa attraverso la crisi e ne esce con un bagliore di speranza.
Qui invece, mi scuso per la franchezza e la brevità, ma non vedo molta utilità. Bel viso e bella voce, Leo Gassman, nel tentativo di lanciare il lavoro in uscita a fine mese, per questa Terzo cuore gli si affianca come autore il Pinguino tattico per eccellenza. Eppure il brano mi pare non decollare, piuttosto monotono e monocolore.
Dai Pinguini ai Cugini, cioè esattamente quello che ci aspettavamo. Un minimo di contesto moderno non toglie Lettera 22 dagli anni da cui i Cugini di campagna vengono. Il chitarrista riccioluto per alzare le mani alla fine del brano dice il “qui” finale in ritardo sul playback. Vabbé. Appare Fiorello con un orologio in mano a testimoniare che è passata la mezzanotte e mezzo e con lui Lillo nelle vesti di Posaman. Torniamo all’Ariston con Olly e la sua Polvere. Dalla scena rap di Genova, prima giocatore di rugby e poi Sanremo giovani. Il pezzo va svelto e il ritornello preparato da un cantato appena sussurrato è una trovata tutto sommato riuscita. Nell’arrangiamento si sentono un po’ i Coldplay di Viva la vida, però il ragazzo ci sta, è a suo agio e canta.
Molto attesa al suo quindicesimo Sanremo e dopo 12 anni di assenza, Anna Oxa tradisce le (mie) aspettative con un brano che, pur scritto da Bianconi e Kaballà, resta là… Epica ma moralista, Sali (Canto dell’anima) non mi suscita poesia, né musicalmente, né dal punto di vista testuale. Poi magari è solo molto tardi, e ne mancano ancora sette, a cominciare dagli Articolo 31 con i loro ricordi e Un bel viaggio. L’altra sera in completo bianco, stasera in rosso. Se posso permettermi, che prosopopea e anche che palle sta storia del come eravamo, ma non poteva che essere così. Senz’altro lacrimuccia per chi li seguiva allora e li rivede ora. E canzone scritta ad arte. Punto.
E con Ariete e il suo Mare di guai inizia la serie finale di pezzi. Fra gli altri il brano è firmato da Calcutta e Dardust, per la SIAE e l’anagrafe D’Erme-Faini. Che hanno cucito insieme ad Arianna/Ariete un brano piuttosto classico che lei veste bene, come la trasformazione di look sanremese. Tutto sommato convincente, dai!
Poi Sethu – Cause perse. Altro nome che leggo per la prima volta su Sorrisi, è la quota rock punk proveniente da Sanremo giovani. Sale sul palco con il fratello gemello in zazzera Sid Vicious e il brano va in quella direzione, le cause perse del titolo si vestono di ottavi punk e tirano dritto fino alla fine. Nel suo genere cazzuto e perentorio (che è lo stesso) al punto giusto.
Deve essere il momento dei nomi bisillabi perché dopo Sethu, arriva Shari ed Egoista. L’inizio è un richiamo visuale alla Imagine che da bambina cantava al piano aprendo i concerti del Volo. La giovane ragazza tira fuori una triste storia a due e una voce che convince a parte qualche eccessivo trillo. Ballata shuffle con dentro un po’ di flow e molta melodia. Forse non memorabile, ma funziona.
Se capisco bene il testo, vista l’ora, Mostro è una specie di lettera di scuse scritta da chi ne ha fatte di tutti i colori e prova a tornare, il tutto in salsa dance-club. Trafila tipica per gIANMARIA (chissà perché con la g piccola): X Factor, Sanremo giovani, qui. Vedremo la prossima, se ci sarà. Arrivano poi i Modà con Lasciami. Anche qui si è parlato dei Coldplay, e in particolare di Fix You, come ispirazione. In effetti il passo è da ballata. Strofa riflessiva e bassa, ritornello esplosivo all’ottava sopra. Piuttosto penalizzata dalla votazione riportata nelle prime serate, ma anche qui potremmo assistere ad un ribaltone ad opera del pubblico. Per quanto mi riguarda, brano piuttosto ripetitivo e prevedibile. E infine è già passata l’ora prevista per la conclusione quando si esibisce Will con Stupido.
Forse siamo alla fine e… ma è partita la canzone dei Modà che abbiamo appena sentito! No, ma è molto simile, la canzone e la storia, altra questione a due che non tiene. C’è da dire che il ragazzo canta e promette bene, solo il tempo ci dirà cosa ne sarà di lui e delle canzoni presentate stasera. Stop al televoto, pausa pubblicità e aspettiamo la classifica miscelata ed aggiornata a stasera. O almeno così speriamo, e invece c’è ancora Alessandro Siani, al cinema dal 14 febbraio (e tutto si spiega). Sono le due. Ecco la classifica generale così come viene annunciata: 28 Sethu 27 Shari 26 Will 25 Oxa 24 Olly 23 gianmaria 22 Cugini 21 Levante 20 Colla zio 19 Leo 18 Mara Sattei 17 Articolo 31 16 Ariete 15 LDA 14 Paola e Chiara 13 Modà 12 Grignani 11 Coma cose 10 Giorgia 9 Elodie 8 Colapesce 7 Rosa chemical 6 Madame.<
Stacco e via con i Top Five: 5 Tananai 4 Lazza 3 Mr. Rain 2 Ultimo 1 Mengoni. Nessuna donna nell’empireo, ma tanti giovani e forse l’unica vera superstar. E comunque, per tirare le fila, diverse buone canzoni, ma nessun brano davvero memorabile. Buonanotte.
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