Sono in linea con il giudizio che il maestro Albero Contri ha scritto lunedì su queste pagine sul Festival di Sanremo 2024, andate a rileggerlo. Poi continuate con il mio sulla prima serata (se non avete altro da fare).
Quest’anno per fortuna no monologhi moralisti, meglio evitare personaggi che sono in vetta e poi cascano in maniera fragorosa.
Amadeus è furbino, porta il vincitore del 2023 come co-conduttore della prima serata e poi tre quote rosa nelle altre; ieri con Fiorello ha cantato Bella ciao in conferenza stampa (gli antifascisti ringraziano); ha detto che non ha avuto pressioni dai vertici Rai (la destra è contenta); ha aperto le porte agli agricoltori (“da ex perito agrario zappavo e cavalcavo i trattori”); ha invitato Sinner che ha declinato per motivi di lavoro (giusto, ha ribadito “Ama”); insieme a Fiore è andato dal “perseguitato” Fazio. Un colpo alla botte e uno al cerchio purché se ne parli.
C’è tutto il parco musicale italiano, dai cerati Ricchi e Poveri, Lodenanona nerazzurra, i mezz’età Nek e Renga, i quarantenni, i tanti sbarba appena ventenni, i rappers. Ma sulla musica, essendo rimasto al mio primo vinile (1974), Harvest, lascio la parola al maestro Paolo Vites.
PrimaFestival
Ho sempre massacrato questo inutile prodotto tv il cui senso è raschiare euro agli sponsor (ci sta), ma ci vuole decenza. Se gli influencers è meglio lasciarli a casa, ecco due inviati tiktokers con battute imbarazzanti e poi due imbalsamate ex cantanti dal look juventino che leggono senza ritegno il gobbo suggeritore. Da horror.
74° Festival della canzone italiana
Parte veloce e breve con Mengoni in completo nero con alga argentata o stella marina (boh), senza camicia: Nulla sarà più come prima.
Poi con un segno di croce (ci crede veramente?) scende dalla scalone Ama e altro slogan: “Sanremo si ama” (ogni riferimento è puramente casuale).
E subito al via le canzoni, visto che in gare ve ne sono trenta.
Dopo tre a sorpresa arriva Ibra, grandissimo colpo, quattro battute su Ama e poi lo lasciano dormire in prima fila, peccato.
Canzoni, pubblicità, una comparsata inutile di Federica Brignone, due interventi di Fiore, un medley canoro del bravissimo Mengoni con un’iniziale inquietante corpo di ballo e siamo all’ora delle streghe, mezzanotte, ma con solo quindici canzoni. Dopo Mengoni canzoni a manetta fino alle chiusura… ore 2.00.
Regia
Ottima la direzione tv di Stefano Vicario, l’avevo apprezzata anche nel 2023, molto movimento delle telecamere senza far venire il mal di mare, primi piani appropriati, ha plasmato le inquadrature sui movimenti dei cantanti e sulle canzoni.
Scenografia
La premiata ditta Castelli padre e figlia, monopolista al Teatro Ariston, questa volta mi ha stupito. Le curve ci son sempre state ma il progetto con gli archi, le ellissi, i cerchi, le spirali, gli intrecci, gli inserti mi ricordano molto il Gaudí di Barcellona. E anche le luci fanno la loro bella figura. Vanno a tempo di musica e si adattano alla scena. Un costo sicuramente non indifferente ma la resa è ottima.
Outfit sobrio
Prevalgono alcuni colori con personalizzazioni spesso bizzarre.
Molto nero: Irama; la maggior parte dei maestri d’orchestra; i Negramaro; Fiorello con cilindro; Annalisa in stile valletta del prestigiatore; Lazza; Mahmood con gilet in pelle da elettricista; il Volo, Emma, etc.
Il bianco c’è sempre: Paola e Chiara nel PrimaFestival; Ama in smoking con colletti della giacca e farfallino neri; Mannoia come una una sposa; The Colors, Sangiovanni in xxxl.
La bella e pulita Rose Villain ha un vestito a colori delicati sopra il ginocchio con fiori argentati incastonati, come la Casa Batlló sempre di Gaudí. È lei la vincitrice.
Outfit imbarazzante
I La Sad con sul torace e schiena nudi degli scheletri argentati; Mengoni quando canta la sua canzone come ospite si è tolto la giacca e si è messo una rete da pescatore scintillante, sempre senza maglietta della salute.
Ghali con scarpe e completino paillettes da ballerino anni 70.
Nonna Bertè è come sempre. Il marrone-red di Renga… brrrr. I Bnkr44 son passati da Uba-Uba (negozio di moda milanese anni 70). Ancora Mengoni con una maglia bordeaux traforata a fiori per il medley. È il vincitore assoluto, ha voluto poi strafare continuando con gonna in pelle nera, calzini corti, maglia traforata con sotto canottiera nera (forse per la gioia dei non eterosex).
Gags
Gli inaspettati (non ci crede nessuno) brevi interventi musicali tra le prime canzoni sono di una tristezza…
Il duo in balconata sulla poltrona è chiaramente una marchetta.
Mengoni si presenta con retino da pescatore, seggiolino, impermeabilone nero, scopa, e ammanettato con Ama sparano battute con riferimenti ad episodi avvenuti negli scorsi festival. Geniale il preservabaci ricordando Rosa Chemical e Fedez. Ero ironico sul geniale, gli autori son veramente con le gomme bucate.
Solo tre brevi interventi di Fiore, ma son farina del suo sacco. Il primo fuori dal teatro con striscione di saluto ad Amadeus: “Ama pensati libero … è l’ultimo”. Con il secondo arriva sul palco diventando statua, viene portato via di peso, ma appare in collegamento: era una sua copia creata dall’intelligenza artificiale. L’ultimo dal balconcino Aristonello da cui andrà in onda alle 02.00 rispondendo alle domande di Amadeus non a voce ma suonando la batteria. Per fortuna sarà presente come co-conduttore nella serata finale. Ma il suo programma lo guarderò su RaiPlay, ne vale sempre la pena.
Conclusioni
Troppe canzoni; prima parte lenta; dalle 24 per fortuna quasi solo esibizioni canore; bravo a cantare Megoni e lo sapevamo, ma anche come attore comico aldilà delle banalità autoriali; sciolto Ama, forse perché poi si riposerà.
Per la cronaca, questi i primi tre votati della sala stampa: Bertè, Angelina Mango, Annalisa.
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