Ci aveva provato Carlo Conti a suggerire che il suo Sanremo sarebbe stato più snello, con meno cantanti in gara e una struttura meno mastodontica rispetto a quello di Amadeus. Quando però lo scorso primo dicembre ha annunciato al TG1 il parterre dei cantanti in gara dall’11 al 15 febbraio 2025 ha confessato di non aver potuto abbassare il numero di cantanti della prossima edizione del festival, mantenendo la quota a 30, la stessa della scorsa edizione: ufficialmente c’entra la qualità (“E ce ne sono almeno altri 10 che avrebbero meritato il posto”, dice il direttore artistico e conduttore), ufficiosamente la “colpa” è della pressione di artisti e case discografiche che non avrebbero fatto dormire Conti fino all’annuncio. D’altronde, ereditando un Festival ai suoi massimi per ascolti, vendite pubblicitarie e profondità nel pubblico, non poteva permettersi nessun cambiamento drastico.
E infatti, altra attesa smentita è la tipologia degli artisti selezionati: chi si aspettava un riassestamento sulle coordinate nazional-popolari di un Conti novello Pippo Baudo resterà deluso, probabilmente perché si dimentica che fu proprio il conduttore toscano a innescare quel cambiamento in chiave radiofonica e giovanile che oggi ha riportato il Festival in cima all’interesse e al gradimento, simbolicamente rappresentato dalla vittoria nel 2017 di Occidentali’s Karma di Francesco Gabbani.
I 30 cantanti finalisti sembrano porsi in continuità con quel percorso, spingendo molto sull’ondata rap/trap e post-adolescenziali sparsi che hanno dominato gli ultimi anni, con proposte che sembrano fatte per ballare più che per cantare, con appena una correzione in chiave generalista: agli Achille Lauro, Rkomi, Bresh, Emis Killa, Tony Effe e Shablo feat. Guè rispondono gli alfieri del pop mainstream come Gaia, Elodie, Noemi, Francesca Michielin, Fedez o Giorgia; ai figli ormai svezzati dei social e fedelissimi del festival, come Rose Villain, The Kolors, Irama, Olly, Coma Cosa, Serena Brancale e Sarah Toscano, rispondono figure legate al passato recente del Festival, magari un po’ dimenticate come il già citato Gabbani, Simone Cristicchi, Rocco Hunt e Modà.
Poi ci sono gli alieni, ovvero quei cantanti che apparentemente non sembrano avere nulla dell’artista sanremese, e che puntano a essere le sorprese o i più amati dalla critica, come Brunori SAS, cantautore di tradizione battistiana o al massimo rinogaetaniana, Joan Thiele, dalle parti del R’n’B contemporaneo, e Lucio Corsi, rocker sui generis, difficilmente classificabile, ma che si è fatto conoscere dal grande pubblico grazie alla partecipazione alla terza stagione di Vita da Carlo, dove figurava come partecipante proprio al Festival di Sanremo. Altra delusione verrà da chi si aspettava, o magari temeva, un’ondata nostalgica anni ’90, anche dopo il successo di Hanno ucciso l’uomo ragno, come pure l’effetto I migliori anni si limita alle presenze di Marcella Bella (che non gareggiava dal 2007) e Massimo Ranieri.
Ai 30 “big” vanno poi sommati i vincitori di Sanremo Giovani che faranno gara tra le Nuove Proposte (che ritornano dopo un paio di anni di fusione con i Big), per quella che è di fatto, l’edizione monstre del Festival quella col maggior numero di canzoni in gara (altro che snellire): tra questi, sette esordienti, dimezzando la percentuale del 2024 che era di 15 (e mezzo, considerando i Negramaro), a ribadire che Conti vuole giocare sul sicuro e non rischiare di troppo di dilapidare il tesoro su cui poggiano le sue certezze.
Anche la formula della gara non differisce troppo da quella di Amadeus, se non per la serata delle cover che non farà più media con la classifica generale e permetterà di duettare non solo con artisti esterni, ma anche con gli stessi avversari: è un modo per permettere a radio ed etichette discografiche di capitalizzare il momento, magari utilizzando coppie già formate o featuring di successo acquisito.
Ora non resta che aspettare il 18 dicembre per sapere i titoli delle canzoni e i duetti da presentare e poi partirà l’attesa per febbraio: noi del Sussidiario, come ogni anno, saremo in riviera per non farvi perdere l’evento.
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