«Mi vestivo in orario di lavoro, era scorretto ma non era truffa», così a Repubblica il vigile che timbrava in mutande ed assolto nel processo relativo ai furbetti del cartellino di Sanremo. Una sentenza che ha fatto discutere e della quale si è dibattuto nel corso de La vita in diretta. L’avvocato Andracco, che ha difeso quattro imputati di cui uno assolto e tre che patteggiano, ha spiegato: «Questa decisione assumerà la veste piena di sentenza solo quando verranno depositate le motivazioni. Dovremmo esprimere dei giudizi solo a ragion veduta, quando avremo tutti gli elementi a disposizione e non solo sulle tesi della Procura della Repubblica». Il legale ha aggiunto: «L’imputazione era quella di essersi fatti pagare delle porzioni di giornata in momenti in cui lavoravano, il giudice ha potuto accertare che questo non è successo. Il giudice ha potuto sentire le ragioni dell’accusa e le ragioni della difesa, lui è l’arbitro e decide se ci sono gli estremi per poter condannare o meno». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



SANREMO, FURBETTI DEL CARTELLINO ASSOLTI: “SENTENZA CAMBIA MOLTE COSE”

Sta facendo discutere l’assoluzione nei confronti di quello che è ormai stato ribattezzato il vigile in mutande di Sanremo, considerato un furbetto del cartellino, insieme ad altri colleghi, fino a ieri. Il tribunale ha infatti assolto Alberto Muraglia perchè il fatto non sussiste. L’avvocato dello stesso, parlando al termine dell’udienza preliminare, ha spiegato: «È il momento di far scendere i riflettori e lasciare che questa vicenda torni a essere come tutti gli altri processi». Anche il comune di Sanremo è rimasto un po’ spiazzato da questa assoluzione, alla luce del licenziamento pressoché in tronco di 32 dipendenti dopo che era scoppiato il presunto scandalo. Immediata la reazione del primo cittadino Alberto Biancheri, che sulla vicenda ha confessato: «la sentenza cambia molte cose, bisognerà fare le opportune valutazioni». A questo punto non sono da escludere richieste di reintegro in massa, ma nel contempo, è probabile che la procura faccia ricorso dopo la sentenza di ieri. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



SANREMO, FURBETTI DEL CARTELLINO ASSOLTI: LA SENTENZA FA DISCUTERE

È clamorosa e non attesa la sentenza giudicata dal giudice per le udienze preliminari Paolo Luppi nella maxi inchiesta contro i “furbetti del cartellino” ravvisati a Sanremo ormai 4 anni fa: 10 imputati fra i 42 coinvolti nell’indagine sui “furbetti del cartellino” in Liguria sono stati assolti oggi dal giudice per le udienze preliminari Paolo Luppi perché «il fatto non sussiste». Tra questi, vi è anche Alberto Muraglia, il “famoso” ex vigile del mercato annonario ripreso dalle telecamere della Guardia di Finanza mentre timbrava il cartellino in mutande all’interno della caserma di Sanremo: proprio quell’immagine era divenuta il simbolo dell’intera inchiesta contro i furbetti della Pubblica Amministrazione. Ebbene oggi, 4 anni dopo, arriva l’assoluzione per colui che era stato definito all’epoca dal Premier Matteo Renzi «Questa è gente da licenziare in 48 ore. E’ una questione di dignità». Il 22 ottobre 2015 quelle immagini avevano portato ad arresti e altre misure per oltre 50 persone ma Muraglia e altri 9 imputati oggi, tramite il rito abbreviato, sono arrivati allo stralcio della loro posizione perché il fatto non sussiste. Le motivazioni della sentenza verranno depositate tra 90 giorni ma è probabile che all’origine della decisione del gip vi possa essere l’accomunare tali modalità di “perdita di tempo” prima del timbro al cosiddetto “recupero vestizione” che è previsto da diversi contratti della Pubblica Amministrazione.



FURBETTI CARTELLINO, SENTENZA CLAMOROSA A SANREMO

«È un impianto accusatorio che vede la Procura della Repubblica, in particolare nella persona della dottoressa Maria Paola Marrali, avere profuso un impegno investigativo davvero notevole, così come per la guardia di finanza di Sanremo. L’impianto accusatorio vede una sostanziale conferma in sedici patteggiamenti e altrettanti rinvii a giudizio. Per quanto riguarda gli abbreviati leggeremo con attenzione le motivazioni e decideremo il da farsi, anche perché su queste posizioni vi erano prove che la Procura ha considerato importanti e di spessore. Valuteremo le motivazioni  con estrema serietà, così come con estrema serietà sono state considerate le prove fotografiche e documentali», è il primo commento del procuratore aggiunto di Imperia Grazia Padella, titolare dell’indagine assieme al sostituto Marrali. Di quei 10 imputati, 4 erano poi stati licenziati e a questo punto è assai probabile che proveranno ad ottenere il reintegro presso il Tribunale del Lavoro; «È un sollievo ma non una sorpresa: ne vengo da quattro anni e mezzo di tortura mediatica per colpe che non ho mai avuto, e l’ho sempre sostenuto. Sono stato costretto a cambiare vita, reinventarmi un lavoro, sopportare e far sopportare ingiustamente alla mia famiglia il peso di derisioni, mancanze di rispetto, difficoltà», attacca invece Alberto Muraglia in persona, commentando la sentenza con i giornalisti a Sanremo. « Questi anni nessuno me li restituirà mai, ma ora voglio solo voltare pagina. Timbrare in mutande mi ha trasformato mio malgrado in un simbolo, ho peccato di malcostume, forse di scorrettezza amministrativa, ma non di certo di truffa allo Stato. E finalmente è stata riconosciuta la verità», conclude l’ex vigile “beccato” in mutande ma ora del tutto assolto e reintegrative.