Beh, tutto si poteva immaginare tranne che Carlo Conti venisse designato non solo come presentatore, ma anche come direttore artistico del Festival di Sanremo. Evidentemente alla Rai non conoscono il “principio di Peter”, secondo il quale ciascuno di noi, prima o poi, raggiunge il suo livello di incompetenza.



Che Carlo Conti sia un eccellente conduttore è un fatto arcinoto, dato che da moltissimi anni ha presentato e condotto senza mai fare una papera e con inesauribile efficienza qualsiasi programma, qualsiasi gioco televisivo, qualsiasi kermesse estiva, eccetera, e senza mai perdere un filo di abbronzatura.

Non gli si conoscevano doti di direttore artistico, ma da quello che si è capito, già dalla gestione Amadeus, in realtà quello che il sistema industriale della musica gradisce è uno chef che sappia presentare come suoi dei piatti preconfezionati altrove.



Si fa un pò fatica a capire l’enfasi con cui nei comunicati ufficiali si cita la grande sintonia di Conti con i gusti dei giovani, dato che ai più sembrerebbe esserlo assai di più con la casalinga di Voghera.

Ma probabilmente il vostro vecchio Yoda, che ha sempre amato la buona musica, non si rassegna al fatto che il Festival di Sanremo sia diventato il festival del degrado musicale contemporaneo (salvo rarissime eccezioni) con contorno di efebici supertatuati e rapper sfornati in serie da case discografiche il cui principale obiettivo è cavalcare la moda del momento. Ce lo ha confermato l’Eurovision, dimostrando che il virus del degrado musicale ha contagiato tutta l’Europa obnubilando il giudizio di migliaia di giovani urlanti, abbacinati più che altro da rutilanti scenografie.



Ai nuovi vertici Rai, dopo le fughe verso Discovery, non rimare che aggrapparsi all’ultimo usato sicuro disponibile, e “il bravo presentatore” di frassichiana memoria si è prontamente sacrificato.

Dato il livello cui è giunta la tv di oggi, alla fine basteranno un po’ di ospiti internazionali – se ci saranno abbastanza soldi – qualche bella anchor woman di contorno, e magari l’immancabile Fiorello: così anche il Sanremo 2025, comunque vada, sarà un successo.

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