Niente paura, nessuna canzone politica, anche perché Motta, il cantautore indie più in voga al momento, autentico leader dell’ultima generazione, dice che per lui “Ti amo è una delle frasi più politiche che ci siano”. Chi si aspettava una canzone, suggerita dal titolo, di accuse verso le politiche dell’Italia odierna, non la troverà, se non quell’ironico verso “Mi sono perso dov’è l’Italia amore mio?” domanda che in realtà ci facciamo tutti. Così come ci sentiamo tutti un po’ persi in questo gran caos della politica o non politica in cui siamo precipitati. “I temi della canzone sono l’amore e la politica, per entrambi ci vuole la passione e bisogna prendere posizione”. Ma quale posizione politica prenda Motta, non lo dice. Il testo di Dov’è l’Italia sembra studiato apposta per Sanremo, non ha certo quell’aria malinconica, intristita, pensierosa delle sue canzoni più famose, studiata a tavolino per piacere al pubblico nazional-popolare. Non è un gran testo.
ANALISI DEL TESTO DI “DOV’E’ L’ITALIA”, LA CANZONE DI MOTTA PER SANREMO 2019
In Dov’è l’Italia si parte con una descrizione buonista delle sue malinconie, buonista nel senso che è addomesticata per piacere a grandi e piccini: “Per ogni vita immaginata c’è la mia vita che sfuma (…) ma nello stesso momento tu sei un tappeto volante tra chi vince e chi perde e chi non se la sente”. Poi c’è il (vago) riferimento e non si sa se chi si è perso quella sera sulla spiaggia sia l’Italia (“Come quella volta a due passi dal mare fra chi pregava la luna e sognava di ripartire l’abbiamo vista arrivare con l’aria stravolta di chi non ricorda cos’era l’amore”). Ma a chi si riferisce? Sembrano parole gettate lì alla carlona, non dicono un bel nulla. Ma per fortuna c’è lei: “E in un momento penso a te che mi stai accanto in quella notte d’estate che mi hai insegnato a ballare”: neanche il Claudio Baglioni di Piccolo grande amore toccava fondali così banali, anzi.