Il premio alla carriera di Sanremo 2019 va a Pino Daniele. A ritirarlo ci sono le figlie Sara e Cristina, che ringraziano il direttore artistico e le autorità. Claudio Bisio legge la motivazione: “In 40 anni di incisioni discografiche e di esibizioni dal vivo ha saputo imporsi come figura di spicco e completa nel panorama della canzone d’autore italiana, mantenendo un legame fortissimo con la tradizione napoletana e guardando sempre con coraggio artistico e curiosità alle musiche del mondo”. Baglioni aggiunge i suoi omaggi, ma la premiazione è tutta un po’ sottotono. È quasi l’una di notte: la polemica è dietro l’angolo. “Il premio a Pino Daniele”, protestano sui social, “andava consegnato alle nove di sera non all’una di notte. Non siete stati in grado nemmeno di fare un omaggio come si deve a questo grande artista”. L’uscita è stata sbrigativa: “Non potete parlare di Pino Daniele e non farci ascoltare la sua voce neanche per un attimo”. [agg. di Rossella Pastore]



PINO DANIELE E SANREMO

Pochi se lo immaginano, ma Pino Daniele avrebbe voluto andare al Festival di Sanremo. Gli artisti come lui, basti pensare a Francesco De Gregori o Fabrizio De André, hanno sempre rifiutato con sdegno, sentendosi (giustamente) parte di un’altra categoria, quella della musica intellettuale, non certo quella leggera. Pino Daniele ha avuto una carriera straordinaria, ha duettato con i più grandi chitarristi di sempre ad esempio Eric Clapton, ha avuto successo commerciale e certamente non aveva bisogno di Sanremo per consolidare il suo successo. Invece ci teneva, a dimostrazione della sua semplicità e umiltà. Lo dice in questa intervista (vedi video) del lontano 1992, dove lamenta che un suo brano scritto per Loredana Bertè al festival del 1991 si piazzò ultimo in classifica, intitolato In questa città. Ma avrebbe avuto piacere ad andarci anche come concorrente, dice. A Sanremo ci andò invece come ospite due volte, nel 2001 e nel 2009, la prima volta voluto da Raffaella Carrà, la seconda da Paolo Bonolis, cantando rispettivamente alcuni dei suoi brani più amati, nel 2001 cantò «Napule è», «Quando», «Gente di frontiera» e «Tempo di cambiare», mentre nel 2009 solamente «Napule è». «Per incoraggiarti l’anno prossimo, cosa ti posso dire?» chiede l’intervistatore a Pino sempre nell’intervista a Radio Italia. Pino allora risponde: «Mi puoi dire: “Provaci ancora a Sanremo l’anno prossimo” Perché mi sono scoraggiato dopo tutti questi anni. Che poi io c’ho pure una simpatia per San Remo» conclude con la sua solita battuta pronta. «È il protettore delle barche, e io sono un uomo di mare».



LA DELUSIONE DI PEPPINO DI CAPRI

Quest’anno invece, a quattro anni dalla sua prematura scomparsa, il Festival e il comune hanno deciso di dedicargli il Premio alla carriera città di Sanremo. A ritirare il premio ci saranno le figlie Cristina e Sofia. Il testo ufficiale “In quarant’anni di incisioni discografiche e di esibizioni dal vivo ha saputo imporsi come figura di spicco e completa nel panorama della canzone d’autore italiana, mantenendo un legame fortissimo con la tradizione napoletana e guardando sempre con coraggio artistico e curiosità alle musiche del mondo”. Nonostante Pino Daniele sia una scelta che nessuno oserebbe contestare, c’è stato qualcuno che lo ha fatto. Peppino Di Capri infatti sembrava essere l’artista scelto per il premio, c’era stata una vera e propria campagna in suo sostegno da parte di personaggi del mondo dello spettacolo come Maurizio Costanzo e Renzo Arbore. E lui non ha gradito di essere rimasto a bocca asciutta: “È tutto ben fatto. Ma avrebbero potuto dare il Premio alla Memoria a Pino e quello alla carriera a Peppino. Senza nulla togliere alla grandezza di Pino Daniele, se ben mi ricordo era stato a Sanremo solo come ospite, non in gara. Io ci sono andato ben 15 volte, forse il premio alla carriera lo meritavo. Mi ero preparato psicologicamente al premio, ma va bene così”, ha detto.



L’INVENTORE DEL TARUMBO’

Benché sia considerato uno dei migliori chitarristi al mondo, Pino Daniele cominciò la sua carriera nel 1976 come bassista nel gruppo Napoli Centrale. Ma il suo esordio era alle porte, il primo disco infatti, Terra mia, è del 1977, e Daniele comincia a dimostrare subito tutte le sue qualità, come autore di canzoni, come cantante e come chitarrista. Nel corso della sua carriera i duetti prestigiosi con altri chitarristi sono stati davvero tanti: Pat Metheny, Eric Clapton, Chick Corea, Joe Bonamassa, Ralph Towner. Il suo stile, oltre a essere stato influenzato ovviamente dal blues, conteneva anche il jazz e la fusion oltre che la musica mediterranea in particolare quella napoletana. Il suo stile Pino Daniele lo aveva definito “tarumbò”, cioè la mescolanza di tarantella e blues.