C’è un particolare mal di testa che colpisce gli astronauti e che sta facendo preoccupare e non poco la Nasa. Si chiama nel dettaglio Sans, acronimo di Spaceflight-associated neuro-ocular syndrome, cioè sindrome neuro-oculare da viaggi spaziali. Come scrive il Corriere della Sera, oltre a provocare il classico di mal di testa, causa anche acuità visiva, lesione della retina ed edema del disco ottico. A causare la Sans sarebbe il liquor, il liquido di protezione in cui sono immersi il cervello e il sistema nervose centrale, che in fase di microgravità tende a defluire verso l’alto, facendo aumentare la pressione nella scatola cranica.



L’agenzia spaziale americana è preoccupata dal fatto che circa metà degli astronauti mostra i sintomi di tale sindrome, di conseguenza si vuole cercare di capire come curarla ma soprattutto prevenirla. Il mal di testa degli astronauti non è una cosa nuova, in quanto i primi segnali erano comparsi già durante le vecchie missioni Apollo, ma all’epoca i sintomi erano tutto sommato lievi e curabili con un semplice analgesico.



SANS, MAL DI TESTA DEGLI ASTRONAUTI: LE FORTI SIMILITUDINI CON L’IIH

Il fenomeno è stato negli anni approfondito e recentemente è stato pubblicato sulla rivista Jama dall’Università del South Carolina, uno studio per cui è stato richiesto un parere anche di Roberto De Simone, specialista dell’Università Federico II° di Napoli, che da anni si dedica alle cefalee e precisamente alla sindrome IIH, idiopathic intracranial hypertension, che provoca nausea, cefalea cronica, alterazioni della vista e acufeni. A unire le due sindromi sarebbe in particolare il papilledema, cioè il rigonfiamento del disco ottico per aumentata pressione intracranica:



«L’aumento della pressione intracranica da IIHWOP porta a progressiva sensibilizzazione delle vie del dolore — commenta il professor De Simone al Corriere della Sera —. Il mal di testa diventa quindi cronico e non passa finché non si decomprime la pressione intracranica con una puntura lombare facendo scomparire cefalee che da anni resistevano a ogni trattamento». A preoccupare gli studiosi, il rischio che la Sans si manifesti anche sui turisti spaziali, coloro che nei prossimi anni voleranno nello spazio sfruttando le varie navicelle di Bezos, Branson ed Elon Musk: sono stati già venduti centinaia di biglietti.