Tutti gli anni, il 29 aprile, la Chiesa festeggia Caterina di Jacopo di Benincasa, più conosciuta come Santa Caterina da Siena. Nel 1939, è stata proclamata patrona d’Italia da Papa Pio XII e nel 1999 compatrona d’Europa da Papa Giovanni Paolo II. È stata anche la prima donna, insieme a Santa Teresa d’Avila, a ricevere il titolo di Dottore della Chiesa Universale, che fino ad allora era stato conferito solo a 33 persone, per la riflessione teologica. La sua canonizzazione è avvenuta nel 1461, grazie a Papa Pio II e fu nominata patrona di Roma da Papa Pio IX nel 1866.
Inoltre, dal 1947 è patrona delle infermiere della Croce Rossa e delle contrade del Drago e dell’Oca di Siena, dove si svolge l’annuale palio. Si è fatta conoscere da tante persone per la sua bontà d’animo e il suo stile di vita intenso e sempre dedicato ai più poveri e bisognosi. Nonostante la sua breve vita, affascinò e stupì molti, diffondendo la sua immagine e i suoi insegnamenti in tutta Europa. Malgrado fosse completamente analfabeta e donna, Caterina fu chiamata maestra da molti dei suoi studenti, tra cui importanti professori universitari, e fu accolta e ascoltata da cardinali, papi, re e altre figure importanti in tutta Europa. Era in grado di ascoltare e agire con decisione nei confronti delle massime autorità politiche e religiose del suo tempo e il fatto che, nel XIV secolo, una donna fosse in grado di comunicare politicamente con i poteri dell’epoca, senza perdere la propria modestia. e di impartire ordini con un tono di voce deciso è di per sé un fatto miracoloso.
Santa Caterina da Siena, la vita straordinaria della Santa
Santa Caterina da Siena, figlia di un tintore di pelli, nacque il 25 marzo 1347; all’età di sei anni ebbe una visione in cui vide il Signore vestito in abiti papali e da quel momento decise di dedicarsi a Dio: Caterina rifiutò di sposarsi, si tagliò i capelli, indossò il velo e trascorse tre anni in solitudine nella sua stanza, ma non era questa la sua missione. Rinunciò inizialmente ad andare in convento, in quanto non possedeva la dote necessaria all’epoca, ma dopo molte peripezie riuscì ad entrare nel “Terzo Ordine Domenicano Mantellato”. Da quel momento, dedicò la sua vita ai poveri, offrendo il suo aiuto ai bisognosi e inviando lettere d’azione, dando consolazione e consigli.
Caterina esordì nella sua città natale, Siena, dove convinse Papa Gregorio XI a riportare il Papato a Roma a causa delle difficoltà di quel periodo. Il 29 aprile 1380, stremata dalla fatica e dai digiuni, morì a soli 33 anni. Il suo corpo fu posto in un sarcofago sotto l’altare maggiore della Basilica di Santa Maria Sopra Minerva a Roma il 5 agosto 1855. La testa e le dita della santa sono conservate nella Basilica di San Domenico a Siena, mentre un frammento della scapola è conservato nella casa in cui visse, diventata un santuario.
La devozione alla Santa e le reliquie
Santa Caterina da Siena è venerata ovunque e dal 2000 si tiene a Siena una Festa Internazionale in suo onore, in cui il suo capo viene portato in processione. Chi visita Siena e venera la Santa può incontrarla a Siena seguendo l’itinerario cateriniano che inizia dalla Basilica di San Domenico, dove sono conservate la testa e il dito della santa.
La Basilica ha un altare in marmo e ospita numerosi affreschi del Sodoma. Dalla Basilica scendiamo verso la Casa Santuario di Santa Caterina, dove troviamo alcuni oggetti appartenuti alla Santa come la verga che utilizzava per sostenere il suo corpo e un vaso contenente aromi che usava per alleviare i dolori dei malati dell’Ospedale di Santa Maria della Scala. Da non perdere anche l’Oratorio del Crocifisso, in cui è conservata in una nicchia la scapola di Santa Caterina e una preziosa collezione di vasi in ceramica decorata che ogni anno, nel giorno della festa dedicata alla Santa, vengono offerti per l’olio delle lampade votive.
Gli altri Santi del 29 aprile
Il 29 aprile, oltre a Santa Caterina da Siena, si festeggiano anche San Severo di Napoli vescovo, Sant’Acardo Abate, Sant’Anseride, San Cristino Martire, San Luccreth abate, Santa Beata Vergine dell’Adorazione, San Diochu confessore e San Paolo II di Brescia.