Santa Chiara d’Assisi è la Patrona di Iglesias nonché fondatrice dell’ordine delle Clarisse. La ricorrenza si celebra l’11 agosto di ogni anno, quando ricorre la sua morte (avvenuta nel 1253). In passato, però, pare che venisse celebrata il giorno successivo, ovvero il 12 agosto. È questa la data secondo la messa tridentina, ovvero la celebrazione eucaristica del rito romano che segue il Messale Romano promulgato da papa Pio V nel 1570 a richiesta del Concilio di Trento. Con la nuova liturgia, invece, venne anticipata.



In molte zone d’Italia, comunque, per l’importanza di Santa Chiara d’Assisi, che è anche l’unica Beata in tutto il Paese ad avere una cattedrale dedicata, le celebrazioni durano per diversi giorni. È per questo motivo che non ci si domanda se sia l’11 o il 12 agosto, ma il programma della festa viene stilato per entrambe le date. Anche quest’anno, ad Iglesias e non solo, è stato così. (agg. di Chiara Ferrara)



Santa Chiara d’Assisi, si celebra l’11 agosto

Il giorno 11 agosto si festeggia Santa Chiara d’Assisi. La Santa è la patrona della città di Iglesias, nel sud della Sardegna, l’unica in tutta Italia ad avere una cattedrale dedicata alla Santa. Iglesias è una cittadina di 25.455 abitanti della provincia del Sud Sardegna, nella parte occidentale, di tradizione medievale, fu dominata dagli spagnoli e divenne città regia della Sardegna. È caratterizzata dalla presenza di alto numero di chiese, sia nel centro storico, sia nei quartieri. Posta a duecento metri sul mare, dista 10 km dalla sua spiaggia dove si può ammirare uno dei faraglioni più alti del Mediterraneo: Pan di Zucchero. Santa Chiara viene festeggiata ad Assisi presso la Basilica a lei dedicata con una serie di celebrazioni che si tengono per 10 giorni. Inoltre la Santa è celebrata anche in una cittadina della Sardegna, nel Sulcis-iglesiente, una festa molto sentita visto che la Santa è la patrona.



Santa Chiara d’Assisi, la vita della Beata

Santa Chiara nacque ad Assisi, il 16 luglio 1194 e vi morì l’11 agosto 1253, canonizzata due anni dopo la sua morte da Alessandro IV Papa. Proveniente da una famiglia aristocratica, Santa Chiara sin dalla più tenera età ebbe la predisposizione alla preghiera e alle rinunce. Nella biografia scritta da Tommaso da Celano subito dopo ka morte di Santa Chiara e confermata anche dalle testimonianze delle altre monache che la conobbero in vita. Nonostante fosse figlia di due nobili, conte Favarone di Offreduccio degli Scifi e da Ortolana Fiumi, le insegnarono i principi religiosi, le orazioni a Dio, le elemosine ai poveri e la sensibilità verso la sofferenza altrui. In particolare Ortolana, la madre di Chiara preparava pasti per i poveri e in questo la figlia sin dalla più tenera età prese ad aiutarla e ad abbracciare un modo diverso di vivere rispetto a quello della sua famiglia di origine. Vestiva infatti, con abiti poveri, si nutriva a sufficienza ed aveva un atteggiamento caritatevole con i poveri.

Chiara crescendo divenne una giovane donna indipendente e tenace, tanto da partecipare a molti pellegrinaggi con l’amica Pacifica. La vita religiosa di Chiara si concentrò sulla contemplazione della parola di Dio in solitudine. Grazie a suo cugino Rufino, il frate che curò la conversione di San Francesco, Chiara ebbe la possibilità di parlargli e di chiedergli della sua visione di vita attraverso il Vangelo. Fu a questo punto che Chiara decise di intraprendere la carriera monacale, ma non sapendo come agire, chiese proprio a San Francesco un consiglio su come lasciare la vita nobiliare la sua famiglia ed iniziare una vita religiosa. E fu così che la domenica delle Palme andò a messa con abiti nobiliari e il giorno successivo scappo da casa non dicendo nulla alla sua famiglia, evitando un matrimonio già concordato e rinunciando ad entrare in convento con una dote. In tal modo si precluse di avviare una vita religiosa dedita allo studio delle letture sacre e dei Santi, non partecipando agli uffizi religiosi e divenendo semplicemente una suora dedita al servizio dei lavori più umili.

La fuga dalla chiesa di Santa Maria

Santa Chiara fuggì nella Chiesa di Santa Maria della Porziuncola dove prese i voti monacali con la parabola delle vergini prudenti. Visto che la Chiesa proteggeva le penitenti dall’opposizione delle famiglie, Chiara decise di farsi tagliare i capelli da parte dei frati tra cui era presente anche San Francesco. Una volta presi i voti fu trasferita nella chiesa di San Paolo delle Abbadesse e qui i familiari tentarono di rapirla ma i loro sforzi furono vani nel momento in cui compresero che ormai era divenuta penitente con il taglio dei capelli. Nelle varie vicissitudini l’opera di Santa Chiara è legata alla fondazione di un ordine monacale nuovo, delle clarisse che successivamente acquisirà differenti variazioni ma che si basava su una regola molto importante, la prima ad essere dettata da una donna nel mondo religioso. Era la regola della proibizione di qualsiasi proprietà da parte delle clarisse approvata il 16 settembre del 1252, dal cardinale Rinaldo di Ienne con la “Quia vos”. La bolla di approvazione papale arrivò esattamente due giorni prima della morte di Chiara, avvenuta l’11 agosto 1253. Anche se la bolla venne approvata solo per le suore clarisse di San Damiano, divenne successivamente una regola cardine delle monache clarisse nel corso dei secoli.

Gli altri Santi di oggi

L’11 agosto vengono festeggiati Santa Filomena di Roma, Santa Susanna di Roma martire, San Tiburzio martire, Sant’Alessandro il Carbonaio vescovo, Sant’Equizio Abate e San Gaugerico di Cambrai, vescovo.

Il video della vita di Santa Chiara