Santa Elisabetta di Portogallo si celebra come ogni anno il 4 luglio anche in questo 2021. A Coimbra vengono tenuti festeggiamenti a partire dalla seconda settimana di luglio di ogni anno: mentre il 4 luglio le celebrazioni hanno valenza quasi più intima, dal punto di vista religioso, per i festeggiamenti popolari si inizia la notte del 10 luglio con una lunga processione che attraversa tutta la città fino al Convento di Santa Chiara.
Il 13 luglio la medesima processione viene ripercorsa anche in senso opposto: a questo evento partecipano molti cittadini del centro lusitano sul fiume Mondego, dalle cui rive si può assistere ai caratteristici e spettacolari giochi pirotecnici in onore della Santa. Sant’Elisabetta di Portogallo non va confusa con l’omonima S. Elisabetta di Ungheria, sua prozia, nota per il miracolo delle rose. La santa iberica è molto amata dal mondo francescano ed è invocata da poveri e bisognosi, alla cui devozione la regina portoghese dedicò la propria santa opera terrena (con i suoi sacrifici nel digiuno che assumono significato importante per la devozione di quell’ordine).
Santa Elisabetta di Portogallo, la sua vita
Santa Elisabetta di Portogallo, regina e martire, nasce nel 1271 in Aragona, nella cattolicissima Spagna, e più precisamente a Saragozza, la città sul fiume Ebro. Il padre di Elisabetta era Pietro III, re di Spagna, la madre Costanza, la nipote dell’imperatore Federico II e la fanciulla fu data in sposa al re del Portogallo Dionigi il Liberale a soli 12 anni. Il matrimonio con il re lusitano non fu tra i più felici a causa delle numerose infedeltà del marito, ma Elisabetta – che ebbe due figli da questa unione – trovò la via della propria santità dando numerose prove della propria incrollabile fede cristiana. Elisabetta – il cui nome è una variazione del più diffuso, in ambito iberico, Isabella – fu infatti l’elemento più importante nella pacificazione familiare che portò armonia tra Spagna, Portogallo e Aragona in un momento estremamente importante per la fede cristiana nella penisola iberica: fondamentale, nell’azione santificatrice di Elisabetta, la funzione proprio a fianco del marito, alla cui morte la regina diventò terziaria francescana donando tutti i propri beni ai monasteri e ai poveri. Santa Elisabetta del Portogallo si ritirò quindi nel convento delle Clarisse di Coimbra, da lei stessa fondato insieme a quello di Santarém, dopo un travagliato pellegrinaggio al santuario di Santiago di Compostela.
A Lisbona, Elisabetta fondò la cappella in onore della SS. Vergine posta nel convento della Trinità, il primo santuario in cui si sia venerata l’Immacolata Concezione, e alla Trinità volle intitolare proprio una confraternita, poco prima di morire. Elisabetta era avvezza al digiuno contemplativo per tre volte alla settimana, oltre che per tutta la Quaresima, l’Avvento e in occasione delle festività di S. Giovanni Battista all’Assunta. Prima delle festività della SS. Vergine digiunava, nei venerdì e sabati di vigilia assumendo solo pane e acqua, credendo nel valore della mortificazione della gola al punto da preoccupare i medici che la seguivano. La regina clarissa morì a sessantacinque anni, nel 1336, a Estremoz in Portogallo, ma il suo corpo fu traslato a Coimbra, nel monastero che aveva scelto per la sua vecchiaia. Fatto miracoloso fu trovare il corpo praticamente incorrotto oltre tre secoli dopo la morte, nel 1612, quando fu esumata nel corso del processo di beatificazione. Santa Elisabetta fu infine proclamata santa il 4 giugno 1626 nel processo di canonizzazione avviato a Roma da papa Urbano VIII.
Gli altri Beati di oggi
Il 4 luglio (giorno festivo per il mondo statunitense, quando, come è noto, se ne celebra l’Indipendenza dall’Inghilterra) ricorrono per il mondo cattolico anche le celebrazioni di Sant’Antonio Daniel, dei vescovi S. Alberto Quadrelli da Rivolta, S. Fiorenzo di Cahors, S. Ulrico e S. Andrea di Creta, di S. Cesidio Giacomantonio, dell’abate S. Carileffo di Anille, della badessa Santa Berta di Blangy, del Patriarca di Gerusalemme Sant’Elia e dei martiri Giocondiano, Luriano, Luarsab (re di Karthli) e della Santa Vergine Natalia di Tolosa.