Alla scoperta del borgo di Santa Fiora in Toscana: nei pressi dell’area del Monte Amiata, in provincia di Grosseto, si trova a circa 687 metri di altezza un piccolo Comune che non solo è noto per essere Bandiera Arancione per il Touring Club Italiano ma offre di sé uno scorcio davvero caratteristico tanto che, per via della omonima Peschiera qui presente è stato rinominato da alcuni come “il paese sull’acqua”. Infatti a Santa Fiora proprio l’acqua è l’elemento che, grazie al fiume che porta lo stesso none, spicca maggiormente in questo borgo -considerato tra l’altro dal 2016 tra i più belli d’Italia– che viene menzionato pure da Dante nel VI canto del Purgatorio (“e vedrai Santafior com’è oscura”) ed è situato su una collina che si può considerare già montagna e da cui si può vedere anche la vicina Riserva Naturale del Pigelleto: il piccolo centro toscano, la cui storia è attraversata dai nomi delle famiglie Sforza e Aldobrandeschi, conserva ancora oggi i resti del suo passato ed è interessate non solo per il bacino della Peschiera di cui sopra ma anche dal punto di vista architettonico.



LA STORIA DI SANTA FIORA E I SUOI “TERZIERI”

Le prime tracce nella storia di Santa Fiora risalgono al IX secolo, quando il centro viene citato in una pergamena dell’833: nel corso del Medioevo divenne poi un dominio storico -il più importante- della famiglia Aldobrandeschi tanto da diventare sede della loro contea che lo difesero in più di una occasione dalla conquista da parte dei Senesi, prima di passare sotto la dominazione degli Sforza e infine del “Giglio” di Firenze nel XV secolo. Questo borgo arroccato su una rupe è dovuto alla sua posizione è composto di tre terzieri (vale a dire la suddivisione in quartieri di alcuni comuni del Centro Italia), vale a dire Castello, Borgo e Montecatino: il primo rappresenta la parte più antica di Santa Fiora coi resti dell’edificio fortificato degli Aldobrandeschi e il vecchio palazzo dei Conti Sforza Cesarini, senza dimenticare la Pieve delle Santa Flora e Lucilla, un edificio di culto molto bello; il terziere del Borgo, invece, presenta la Chiesa di Sant’Agostino e, circondato da mura, offre una splendida vista della campagna toscana; infine, Montecatino è il quartiere più nuovo dove si può visitare non solo la Chiesa della Madonna della Neve ma soprattutto la Peschiera, la vera attrazione locale in cui vengono raccolte le acque del Fiora.

LA VASCA DELLA “PESCHIERA”

La Peschiera di Santa Fiora, per alcuni un vero e proprio specchio magico che riflette il cielo di questo angolo di Toscana dominato dal Monte Amiata, è un laghetto circondato da un piccolo parco-giardini monumentale (con cipressi, pini, cedri del Libano e magnolie) e in cui confluiscono le acque gelate del fiume ma all’inizio fu concepito come un vivaio per le trote e in un secondo momento fu usato come abbeveratoio per gli animali: questa grande vasca si trova all’esterno delle mura cittadine ed è sormontata da una statua che raffigura due delfini con un tridente. E ancora l’acqua è protagonista nella citata Chiesa della Madonna delle Nevi dato che in essa vengono immerse nel giorno delle nozze le fedi degli sposi; inoltre a Santa Fiora ha sede anche la Centrale Geotermica Bagnore 3, una notevole opera architettonica progettata dallo studio di Stefano Boeri. Infine, chi decidesse di fare una capatina in questo borgo in provincia di Grosseto può visitare anche il Museo delle Miniere di Mercurio, ospitato nel Palazzo Sforza Cesarini e che ricorda l’attività di estrazione di questo elemento dal Monte Amiata, e nella notte del 30 dicembre la “Fiaccolata” di Santa Fiora, una festa del fuoco che nella tradizione incoraggiava la luce del sole a tornare nei mesi invernali.

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