Santa Flora si celebra il 24 di novembre come ogni anno. Grazie alla fede riuscì a sopportare in carcere anche i trattamenti più brutali. In carcere le due donne conobbero Eulogio, che raccontò la loro storia quando riuscì a uscire dalla prigione. Le due vergini furono decapitate, ma pare che perfino le bestie ebbero pietà di loro e rispettarono i loro corpi, lasciandoli intatti. Le teste delle due vergini furono custodite nella basilica di Sant’Acisclo.



Il 24 novembre si ricordano anche la martire Santa Firmina di Amelia, la vergine Beata Maria Anna Sala, il vescovo e martire Sant’ Alberto di Lovanio, il vescovo San Crisogono di Aquileia, martire, il vescovo di Milano San Protasio, l’abate Beato Balsamo di Cava, il vescovo San Colman di Cloyne, il vescovo e martire San Flaviano di Ricina, le Beate Niceta di Santa Prudenzia Plaja Xifra e undici compagne vergini e martiri, i Santi Pietro Dumoulin-Borie, Pietro Vo Dang Khoa e Vincenzo Nguyen The Diem Sacerdoti e martiri, San Porziano Abate in Alvernia, il sacerdote San Romano di Blaye.



Santa Flora, la vita della Beata

Santa Flora conobbe in carcere colui che avrebbe scritto le sue memorie. Nacque a Cordova, in Andalusia, da una madre cristiana che fu il suo principale esempio nella fede religiosa. Il padre e il fratello invece erano musulmani e ostacolavano la sua vocazione cristiana. In particolare, dopo la morte del padre, il fratello di Flora la costrinse a sopportare torture e persecuzioni che avrebbero dovuto indurla a rinunciare alla sua fede. Flora rimase invece fedele all’esempio della madre e rifiutò di cedere alle imposizioni del fratello, arrivando a fuggire insieme alla sorella per seguire la sua fede religiosa. Il fratello la indusse a tornare a casa facendo leva sulla minaccia di mandare a morte dei chierici e preti che aveva fatto arrestare e che erano vicini alla sorella Due volte Cecilia fu indotta a tornare a casa, torturata e percossa dal fratello.



A ogni prova, la sua fede cresceva anziché diminuire, anche quando il giudice la condannò per aver professato la religione cattolica. Dopo aver vissuto segregata per lunghi mesi in un paesino, fuggì e trovò rifugio a nella comunità di Sant’Acisclo, lì conobbe la Vergine Marta, che fu perseguitata insieme a lei e incarcerata.